«Salute, diritti, lavoro, sviluppo. L’Italia che vogliamo». È questo il titolo del convegno, svoltosi a Salerno e organizzato dai Dipartimenti Politiche della salute di Cgil, Cisl, Uil nazionali, a 40 anni dal varo della legge 833 di Riforma Sanitaria. Un appuntamento importante per ricordare quell’evento con un momento di riflessione e di dibattito, al quale hanno partecipato anche i tre Segretari generali delle tre Confederazioni, Camusso, Furlan, Barbagallo. Un´occasione per fare un bilancio sull’attuazione e sull’evoluzione di quel provvedimento e per assumere i conseguenti impegni. Uno dei principi cardine del nostro Servizio Sanitario Nazionale è il suo carattere universale: i servizi e le cure sono rivolti a tutti i cittadini in condizioni di uguaglianza. Purtroppo, però, col passare del tempo, sono molti coloro che incontrano grandi difficoltà nell’accesso alle cure, alla diagnosi, alla prevenzione e alla riabilitazione. Lo stesso principio universalistico, dunque, anche con la regionalizzazione del servizio, è stato scalfito. L´obiettivo di Cgil, Cisl, Uil, quindi, è quello di aprire una vera vertenza sulla sanità pubblica per un Patto sulla salute.
«Quaranta anni fa - ha detto Barbagallo nel corso del suo intervento - con il varo di quella riforma, la nostra sanità nazionale diventò un esempio per il mondo, ma venti anni dopo è iniziato l´attacco al welfare del nostro Paese e, inoltre, i servizi si sono ulteriormente differenziati tra il Nord e il Sud. La nostra sanità non riesce più a soddisfare le esigenze degli anziani, molti dei quali sono diventati più poveri e, perciò, hanno una minore propensione a curarsi. Purtroppo - ha proseguito il leader della Uil - la precaria condizione socio-economica di molti lavoratori, pensionati e giovani in cerca di lavoro determina diseguaglianze anche sul fronte sanitario. Ecco perché occorre intervenire per accrescere il potere d’acquisto di queste categorie, mettendo a punto una vera riforma fiscale che aiuti a redistribuire la ricchezza e a ridurre il divario tra i cittadini». Dal punto di vista, poi, del funzionamento del servizio, Barbagallo ha precisato che «se, oggi, il Servizio sanitario resta ancora complessivamente decente lo si deve al lavoro e, spesso, ai sacrifici degli addetti del settore. Bisogna, dunque, partire dalla valorizzazione del personale, rispettando i rinnovi contrattuali, definendo una formazione di qualità e, inoltre, sbloccando le assunzioni perché il numero dei lavoratori non è assolutamente adeguato alle nuove esigenze di cura e assistenza. Su tutti questi temi - ha concluso Barbagallo - chiediamo al Governo di interloquire con le parti sociali per individuare le risorse e le soluzioni necessarie».
Salerno, 19 settembre 2018