Nonostante le apparenti buone intenzioni, la proposta di revisione della cosiddetta Direttiva distacchi formulata dalla Commissione europea rischia di trasformarsi in un’operazione di deregolamentazione contrattuale e in una strutturale ulteriore riduzione dei salari.
Secondo le interpretazioni della Direttiva attuale, nel caso di mobilità dei lavoratori da uno stato all’altro, sarebbe possibile applicare il contratto del Paese di provenienza, con il rischio di dumping e di disparità di condizioni e di retribuzioni a parità di lavoro. Ebbene, la correzione suggerita dalla Commissione risolverebbe solo parzialmente il problema. Se passasse questa decisione, si getterebbero le basi per una riduzione programmata delle condizioni economiche dei lavoratori europei e, in particolare, di quelli italiani.
Il Sindacato europeo si appresta a fare una battaglia per far modificare il provvedimento dal Parlamento di Strasburgo: noi lo appoggeremo in tutti i modi in cui sarà necessario per conseguire questo risultato. Il nostro Presidente del Consiglio sta criticando aspramente la politica di austerità dell’Unione: quale migliore occasione di questa per dare un segnale concreto nella direzione auspicata? Renzi si impegni per far cambiare il provvedimento in questione: noi e il Sindacato europeo, insieme ai lavoratori, siamo pronti a condividere questa battaglia di giustizia e sviluppo.
Roma, 9 marzo 2016