I circa 280 mila lavoratori delle aziende che aderiscono alla Federdistribuzione attendono il rinnovo del loro contratto da oltre 28 mesi. È una situazione insostenibile anche perché questa associazione datoriale vorrebbe imporre un modello che riduce le retribuzioni. Vengono così messe in discussione le basi del rapporto di lavoro e il principio dell'equa retribuzione sancito dall'articolo 36 della Costituzione.
Ci sono tutte le condizioni, dunque, anche per adire le vie giudiziarie e per far valere il diritto all'applicazione di un contratto analogo, come quello già stipulato con Confcommercio. Oltre a tutto ciò, resta la questione di carattere generale: chi nega il rinnovo del contratto compie un suicidio economico.
Senza un incremento del potere d'acquisto dei lavoratori, non ci sono le risorse per acquistare beni e servizi delle imprese, anche di quelle aderenti a Federdistribuzione, che operano sul mercato interno. Rinnovare i contatti conviene a tutti: la Germania insegna.
Roma, 28 maggio 2016