05/12/2016
Sindacato.
«Contrattazione, quale futuro?". Ad affrontare questo tema è il convegno organizzato dalla Uilpa e dalla Feneal Uil, che si svolge a Milano proprio all'indomani degli accordi firmati nei metalmeccanici e nel pubblico impiego, ma anche alla vigilia del confronto con la Confindustria per la riforma delle relazioni industriali e del sistema contrattuale. Scelta tempestiva e felice quella degli organizzatori, dunque, ma che va a impattare con la vera notizia del giorno: l'esito del referendum sulla riforma costituzionale che ha sancito la vittoria del NO con circa il 60% dei consensi. Impossibile non commentare l'evento politico e istituzionale dell'anno. E Carmelo Barbagallo, infatti, non si è sottratto alle domande dei giornalisti: "C'è stata una grande affluenza al voto - ha commentato il leader della Uil - e ciò significa che c'è voglia di democrazia. Non mi aspettavo un distacco così consistente tra i SI e i NO: probabilmente, il Governo ha pensato in ritardo di cambiare verso. C'è da riflettere, in particolare, su un dato: a quanto pare, i giovani avrebbero votato in prevalenza per il NO. Giovani che, peraltro, lo stesso Governo aveva chiamato in causa per puntare sulle riforme: evidentemente qualcosa non ha funzionato ed è proprio da lì che bisogna ripartire, per dare lavoro, certezze e futuro a tutti i nostri giovani».
Per quel che riguarda, poi, i riflessi di questo voto sulle vicende sindacali, Barbagallo è stato chiaro: «Avevamo ragione a voler sottoscrivere gli accordi su pensioni e pubblico impiego prima del 4 dicembre. E abbiamo fatto bene a firmarli: se così non fosse stato, ora ci saremmo trovati in una condizione di enorme incertezza. Nessuno pensi di modificare quegli accordi: bisogna attuarli».
Infine, il richiamo alla contrattazione. «Mercoledì - ha ricordato Barbagallo - inizia il confronto con Confindustria per la riforma delle relazioni industriali e del modello contrattuale. Abbiamo già raggiunto un'intesa con Confcommercio, con gli artigiani, con la Confapi: si diano anche loro una mossa. Grazie ai recenti accordi nel privato e nel pubblico, sono stati rottamati coloro che avevano pensato che si potesse fare a meno del contratto nazionale; se ne facciano tutti una ragione: i due livelli contrattuali sono stati confermati e vanno ribaditi. Se mettiamo al centro i lavoratori e il loro benessere - ha concluso il Segretario della Uil - siamo pronti a discutere di produttività, di industria 4.0 e a realizzare il patto della fabbrica».
Milano, 5 dicembre 2016