SINDACATO  - Carmelo Barbagallo
Barbagallo: «Estendiamo le Rsu in tutti i luoghi di lavoro: sarebbe un primo passo verso l’unità sindacale»
Il leader della Uil a un’iniziativa sui 50 anni dell’autunno caldo
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22/11/2019  Sindacato.  

 

”Autunno caldo, 50 anni dopo. Il mondo del lavoro di oggi e le prospettive dell’azione sindacale”. È questo il titolo del Convegno organizzato dalla Fondazione Anna Kuliscioff e dalla Società Umanitaria, in collaborazione, tra gli altri, con l’Istituto Italo Viglianesi, svoltosi oggi a Milano per ricordare le vicende del 1969 e i cambiamenti nel mondo del lavoro che caratterizzarono quella stagione. Furono gli anni in cui il Sindacato riuscì ad ottenere molti diritti per i lavoratori, restituendo loro dignità e benessere. L’autunno caldo aveva posto come sua prima bandiera quella dell’unità sindacale: uno dei temi su cui  si è sviluppato il dibattito tra i partecipanti al Convegno odierno.

 

“Oggi, c’è ancora qualche difficoltà ad affermare un rinnovato progetto unitario - ha dichiarato il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, nel suo intervento del palco - anche se abbiamo firmato i protocolli per la rappresentanza e rappresentatività. Il passo successivo dovrebbe essere quello di estendere in tutti i luoghi di lavoro e in tutti i territori le Rsu, che rappresentano la base per strutturare, ovunque, un percorso unitario. Mi sto battendo per questo obiettivo - ha ricordato Barbagallo - anche perché faccio riferimento alla mia esperienza personale: negli anni Settanta, a Termini Imerese, sono stato operatore unico del Sindacato unitario metalmeccanico, di Fim Fiom Uilm. Ho già avanzato una proposta a Cgil e Cisl per un progetto che faccia rivivere quella stagione, ovviamente su rinnovate basi e secondo precise condizioni: nessuno deve avere la maggioranza assoluta né un diritto di veto e occorre un meccanismo di voto, relativo alle materie su cui decidere, che coinvolga tutt’e tre le Organizzazioni. Il mondo sta cambiando - ha concluso Barbagallo - e anche noi dobbiamo cambiare, perché non ci possiamo più permettere di assumere decisioni dopo tre anni su questioni che, poi, durano tre mesi”.

 

 

Milano, 22 novembre 2019