Nella giornata di ieri il Ministero dell’Ambiente si è dotato di una Direzione generale destinata ad occuparsi esclusivamente di bonifiche. Per il Ministro Sergio Costa rappresenta una "svolta decisiva per superare l'attuale lentezza burocratica": indubbiamente l'intento è apprezzabile, ma pur non volendo spegnere l'entusiasmo del Ministro, riteniamo che la costituzione della Direzione non possa considerarsi la panacea per il nostro Paese su queste problematiche. Ricordiamo, infatti, che finora, nei 41 Siti d’interesse nazionali (SIN) l'inquinamento è talmente grave da comportare un rischio sanitario a circa 6 milioni di persone. Inoltre, dei 41 SIN, solo in un quarto sono stati avviati o completati gli interventi di bonifica e su due terzi è stato fatto solamente il piano di caratterizzazione, ovvero uno studio preparatorio e preliminare.
Ad oggi poi, la somma dei finanziamenti pubblici per la bonifica dei SIN è superiore ai 3 miliardi di euro, ma a fronte di questa spesa, emerge l’estrema lentezza, se non la stasi, delle procedure di bonifica intraprese. Crediamo che per imprimere una svolta concreta bisogna necessariamente prevedere sia risorse certe che una programmazione delle bonifiche ed un'interlocuzione con tutti i soggetti interessati: Stato, Regioni, Comuni, Organizzazioni Sindacali, senza dimenticare le aziende responsabili dell'inquinamento.
Il nostro Paese merita risposte concrete e strutturali e non più continui rinvii e soluzioni spot, attorno ad un tema così importante.
Roma, 10 gennaio 2020