FONDI PENSIONE  - Domenico PROIETTI
Proietti: Incidenza costi fondi pensione. Analisi
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28/04/2015  Previdenza.  
 

 

 

I Fondi Pensione Negoziali frutto della contrattazione sono di gran lunga i meno costosi per gli iscritti con un beneficio rilevante sulla prestazione finale. L’analisi della UIL mostra chiaramente le significative differenze dei costi tra le diverse forme di previdenza complementare e come queste agiscano in modo rilevante sul futuro montante e sulla rendita che il lavoratore percepirà al momento del pensionamento.

 

Il modello di Fondi pensione in Italia è plurale, libero e concorrente. Non si capisce il disegno di legge del Governo che prevede la portabilità del contributo datoriale fuori dai Fondi Negoziali. Il Governo ignora o fa finta di ignorare che tale contributo è frutto della contrattazione e costituisce una scelta lungimirante delle parti per incentivare la previdenza complementare. Quindi non c’entra assolutamente niente con la concorrenza. È evidente che in presenza di una scelta legislativa in tal senso le parti sociali ne trarrebbero le conseguenze. 

 

I Fondi Pensione Negoziali (FPN) sono quelli meno costosi per i lavoratori rispetto ai Fondi Pensione Aperti (FPA) e ai Piani Individuali Pensionistici (PIP).

 

In un arco temporale di 35 anni con un versamento annuo di 2500 € a parità di rendimento, tassazione e versamento, l’aderente iscritto ad un FPN accumulerebbe 158.949,55 euro, mentre uno iscritto ai FPA 140.472,52 euro (-18.477,03 euro), ed uno iscritto ad un PIP 125.259,36 euro (-33.690,16 euro), una grande differenza che, ricordiamo, è generata dalla sola incidenza dei costi di adesione e gestione sul capitale maturando.