“Oltre 158mila accessi ispettivi nel 2024, individuati con attività di intelligence, per un tasso di irregolarità di oltre il 71%, che sale all’85% se consideriamo l’applicazione delle norme su salute e sicurezza. È quanto è emerso oggi dalla riunione con la Commissione centrale di coordinamento dell’attività di vigilanza dell’Ispettorato del lavoro”.
Lo ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese.
“Sono aumentati i controlli e gli ispettori - oltre 4.500 in forza nel 2024 - ma resta ancora alto il numero delle aziende irregolari. Nonostante l’introduzione di alcuni provvedimenti, che qualcuno annunciava come salvifici, la situazione delle imprese, dunque - ha sottolineato Veronese - è ancora davvero preoccupante, per incidenza delle irregolarità, da una parte, e incidenza infortunistica, dall’altra. Lavoro nero, distacchi irregolari, interposizione fittizia di manodopera e, inoltre, mancata formazione e sorveglianza sanitaria sono le tipologie di violazione più riscontrate. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, presente al tavolo, ha annunciato la pubblicazione di una circolare direttiva sull’efficientamento dell’attività di vigilanza, al fine di evitare sovrapposizioni, ma anche per fornire strumenti mirati per la vigilanza del lavoro dei rider e per l’emersione dei fenomeni del caporalato e del lavoro sommerso (il portale non è ancora disponibile)”.
“Anche questa volta - ha precisato la sindacalista della Uil - non è previsto un tavolo di confronto preventivo ma, seppure con qualche perplessità, aspettiamo fiduciosi la circolare. Siamo convinti che efficientare o semplificare i controlli non debba voler dire farne di meno. Occorre, invece, aumentare gli ispettori e le ispezioni e lavorare per un maggior coordinamento con i Dipartimenti di prevenzione delle Asl. Sebbene, quindi, l’ispettorato nel 2024 abbia coordinato i controlli per quasi il 10% delle aziende private con dipendenti, ancora non basta. Bisogna fare, assieme, di più. Ci auguriamo che nel documento di programmazione dell’attività di vigilanza per il 2025, quel 10% possa ulteriormente incrementarsi, per raggiungere tutte quelle aziende che ancora oggi operano nel mancato rispetto delle norme, mettendo a rischio la salute e la vita dei lavoratori e delle lavoratrici”.
“Infine - ha concluso Veronese - chiediamo l’introduzione di un albo nazionale della formazione, che ponga un freno ai falsi certificati o alla falsa formazione, una delle violazioni più frequenti, come emerge dai dati mostrati oggi al tavolo, in materia di salute e sicurezza sul lavoro”.
Roma, 31 marzo 2025