Rapporto OCSE su Eurozona  - Antonio FOCCILLO
Dichiarazione di Antonio Foccillo, Segretario Confederale Uil
economia2013_large.jpg
03/04/2014  Economia.  

 

 

Dichiarazione di Antonio Foccillo, segretario confederale Uil

 

 

Secondo l’Ocse, nel suo rapporto sull’eurozona, in Europa la fase di crisi si sta avviando, anche se lentamente, verso un’inversione di tendenza. Tuttavia l'attività economica resta disuguale e fragile e le disuguaglianze sono diventate più profonde. La lentezza dell’uscita dalla crisi in Europa ha cause strutturali profonde come il carico fiscale, la rigidità del lavoro, gli ostacoli alla concorrenza e la poca innovazione.

 

Alcune di queste cause riguardano il nostro Paese, dove esistono anche problemi interni. Infatti, mentre l’industria da piccoli segnali di ripresa, il Pil inverte, lentamente, la tendenza negativa e i consumi diminuiscono a causa del potere d’acquisto, sempre più ridotto, di salari e pensioni.

 

Tutto ciò non lascia ancora intravedere la fine della fase difficile dell’intera economia. A ciò si aggiunge una sempre più insopportabile tassazione e una continua crescita dell’evasione fiscale che ha raggiunto la cifra enorme di circa 130 miliardi di euro.

 

Bisogna cambiare profondamente la politica economica Europea, abbandonando l’austerity. In Italia, comunque si voglia affrontare la questione economica, alcune cose sono imprescindibili come ridurre le tasse sul lavoro (la riduzione delle tasse, ipotizzata dal Governo sui redditi da lavoro, se diventasse concreta, è un primo passo importante nella giusta direzione). Infine è venuto il momento di uscire da questa spirale negativa e aiutare le famiglie, i lavoratori, le imprese e i cittadini, e, soprattutto, avviare le trattative per rinnovare i contratti.

 

Lo diciamo essenzialmente al Governo quale datore di lavoro, perché oltre a chiedere ai lavoratori di ottemperare, com’è giusto che sia, ai loro doveri, altrettanto giusto è rispettare i loro diritti.

 

Attendiamo ora il DEF che il Governo presenterà per verificare se saranno inseriti interventi concreti per un’inversione di tendenza o se sarà soltanto una riproposizione di ricette, che hanno fatto il loro tempo, frutto di politiche recessive.

 

 

Roma, 3 aprile 2014