Dichiarazione di Antonio Foccillo, segretario confederale Uil
Il Ministro Madia ha voluto confermare, con un intervento tempestivo e deciso, le indiscrezioni in merito a un ulteriore rinvio dei contratti del pubblico impiego, sostenendo che siamo in crisi e che, quindi, saranno i lavoratori a doverla pagare.
Lo stesso Ministro, poco tempo fa, aveva sostenuto diversamente. Ricordiamo al Ministro che gli 80 euro non sono sufficienti per i lavoratori del pubblico impiego, così come da lei affermato, e non possono essere considerati un aumento contrattuale. Infatti, negli altri settori produttivi, oltre agli 80 euro si rinnovano anche i contratti, mentre nel pubblico impiego sono pochi ad aver diritto al bonus, sia per la cifra di riferimento, sia perché, nella somma su cui si stabilisce il diritto a riceverlo, viene calcolato, a differenza degli altri settori, anche il salario di produttività, con la motivazione che non è defiscalizzato. Oltre al danno, dunque, anche la beffa!
A questo punto, dopo una riforma che ha penalizzato, ancora una volta, i dipendenti pubblici si continua con questa impostazione nella prossima legge di stabilità. E' venuto il momento di rispondere forte e chiaro che non sono accettabili queste vessazioni continue e soprattutto il non rispetto dei patti. Il contratto, la contrattazione, fanno parte di normali relazioni fra parti e la seconda è tutelata dalla Costituzione, pertanto la nostra risposta dovrà essere rivolta a garantire questi principi e questi diritti, utilizzando tutti gli strumenti possibili a partire dallo sciopero del Pubblico impiego.
Roma, 4.9.2014