Condivisibili le preoccupazioni delle Regioni sugli effetti delle scelte del Governo di restringere, sostanzialmente, sia la platea dei beneficiari degli ammortizzatori in deroga sia, ancor più grave, la durata delle stesse prestazioni.
Di fronte a una crisi che ancora colpisce duro, ridurre ora la protezione sociale fornita dalla cassa integrazione in deroga significa mettere a rischio un aiuto, per noi doveroso, ad oltre 400.000 persone.
Il Governo ha scelto di escludere intere platee di lavoratori e, cosa ancor più grave, li ha divisi tra chi avrà ancora (qualche) tutela e chi non potrà più riceverla. Ma desta maggiore preoccupazione quello che avverrà dal 2015, quando la riduzione radicale della durata delle prestazioni impedirà di accompagnare le ristrutturazioni delle imprese, limitando a soli 5 mesi la durata di questo ammortizzatore sociale. Discorso a parte, ma drammatico per gli effetti sociali, ciò che avverrà al Sud quando a decine di migliaia di lavoratori non verrà erogato il sussidio della mobilità in deroga senza, sostanzialmente, alternative in termini di occupazione.
La differenza tra proteggere le persone anche con la cassa integrazione e elargirgli un sussidio di disoccupazione è chiara e semplice : con la prima si evita, spesso, la disoccupazione, con il secondo si aiuta il lavoratore ma non gli si mantiene il lavoro.
Roma 16 settembre 2014