LEGGE SUL DOPPIO COGNOME  - 
Mannino: Con l'approvazione l'Italia si è messa al passo con la sentenza della Corte Europea
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25/09/2014  PariOpportunità.  

 

 

Dichiarazione di Maria Pia Mannino

Responsabile Pari Opportunità e Politiche di Genere UIL

 

 

L’Italia, con l’approvazione alla Camera della legge sul doppio cognome, si è messa al passo con la sentenza della Corte Europea che aveva condannato il nostro Paese per mancato rispetto dei diritti civili. I figli, con questa legge, dunque, potranno prendere il cognome della madre, quello del padre o di entrambi nell’ordine concordato. La libertà di scelta sul cognome dei propri figli è una conquista per le donne di una piena riconoscibilità nell’ambito genitoriale; essa concede loro, infatti, pari dignità e pari valore all’interno della famiglia dopo secoli di annullamento nel cognome del marito.

 

La legge è sicuramente rivoluzionaria in un Paese come il nostro dove, nonostante l’aumento di nuclei monoparentali di cui il capofamiglia è solo la madre, il modello familiare rimane ancora tradizionalmente incardinato sul ruolo diversificato dei due genitori, con la preminenza della figura del “pater familias” dal forte peso giuridico.

 

Perciò, non siamo assolutamente d’accordo con le affermazioni di quanti, contrari a questa legge, dicono che la norma distruggerà la famiglia.

 

Innanzitutto la norma è una scelta per le coppie non un obbligo, per cui le paventate confusioni di una futura “anagrafe liquida”, il caos o il timore di un indebolimento dei legami familiari paiono pretestuosi in quanto l’unità familiare e gli affetti non sono certo assicurati dal cognome del padre o da quello della madre. Sono ben altre le cause di degrado delle famiglie ed hanno radici profonde nel malessere politico e sociale in cui versa questo nostro travagliato Paese.

 

 

Roma, 25 settembre 2014