La fotografia scattata oggi dall’ISTAT sull’occupazione ( quasi 1 giovane su 2 è senza lavoro) dimostra ancora una volta come il Jobs Act dovrebbe incentrarsi a rafforzare il sistema delle politiche attive e promuovere buone forme flessibili di inserimento lavorativo, come l’apprendistato, anziché concentrarsi sulla riduzione delle tutele.
Tra l’altro, i dati sull’occupazione giovanile, che ci portano indietro di 37 anni, suonano come un vero campanello d’allarme sull’efficacia delle azioni messe in campo con la “Garanzia Giovani”, tanto sbandierate dal Governo.
Per questo è improcrastinabile un rafforzamento in termini di risorse umane e finanziarie dei Centri per l’Impiego, il rafforzamento del collegamento scuola/lavoro, insieme con la definizione della strategia sulla “specializzazione intelligente”, ovvero una nuova politica industriale e basata su ricerca e innovazione.
Per questo servono investimenti e progetti immediati e mirati su questi settori, utilizzando gran parte dei fondi europei ancora da spendere e quelli futuri.
L’occupazione si produce creando opportunità e non riducendo tutele.
Roma, 30 settembre 2014
