SISTEMA DEL WELFARE  - Silvana ROSETO
Fiordaliso: Crescono i bisogni, al modello Marchionne preferiamo quello comunitario di Olivetti
Presto iniziativa UIL sul Welfare aziendale
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30/09/2014  Welfare.  

 

 

 

“Siamo convinti che alla crescente domanda sociale, la ricetta sia il modello comunitario di Olivetti e Mattei ieri e di Luxottica e Tod’s oggi e non quello di Marchionne.” Commenta così il Segretario Confederale UIL Carlo Fiordaliso, centrando l’esigenza di ridisegnare il sistema del welfare per estendere la filiera dei servizi primari interpretando al meglio i nuovi bisogni.

 

“D’altronde - prosegue Fiordaliso -  è sufficiente chiedere ad un dipendente di Marchionne e ad un lavoratore dell’azienda di Della Valle chi sia più soddisfatto per le condizioni di benessere sul luogo di lavoro e di conciliazione lavoro-vita. La domanda è naturalmente retorica.

 

Si fa strada una galoppante domanda sociale che allarga la platea di chi versa in condizione di rinnovato bisogno a cui il sistema tradizionale di coesione non è in grado di rispondere. Ed è questo il terreno che richiede interventi urgenti nell’interesse della popolazione, della tenuta del sistema-Paese e dei nostri giovani.

 

E’ su tali priorità che lanciamo la sfida al Governo, che appena qualche mese fa, nel testo ufficiale delle proposte di riorganizzazione del Welfare, aveva sostenuto che occorresse creare un modello più inclusivo con il coinvolgimento dei corpi intermedi.

E se le parole hanno ancora un senso per cui vengono pronunciate e tanto più scritte, accogliamo l’esortazione ed anzi, rilanciamo invitando il Presidente del Consiglio alla nostra prossima iniziativa sul Welfare aziendale. Riteniamo, così, di semplificargli il compito perché parlare ogni volta con 60 milioni di cittadini risulterebbe un’impresa oltre che velleitaria, assai ardua, e che creerebbe notevole ingorgo dalle parti di Palazzo Chigi.

 

Il secondo welfare è il pilastro su cui si può poggiare il soddisfacimento del fabbisogno di cittadini e lavoratori, senza per questo inasprire l’erario pubblico né ledere le libertà individuali, ma attivando nuove dimensioni sinergiche solidali e produttive.

 

E, allora, non perdiamo altro tempo vaneggiando ‘celodurismi’ e sciagurate guerre tra poveri.

 

L’Esecutivo, però, superi il tabù nuovista del confronto e del dialogo, perché il cammino del cambiamento è, per definizione, di natura concertativa e negoziale.

 

La nostra risposta al populismo - conclude il Segretario Confederale - continua ad essere il riformismo reale”