APPALTI E CONCESSIONI  - UIL
CGIL CISL UIL: Positivo testo di recepimento delle Direttive europee in materia di Appalti Pubblici
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17/04/2015  CGIL_CISL_UIL.  

 

 

Le organizzazioni sindacali confederali Cgil, Cisl e Uil giudicano positivamente il testo - che approda ora in Aula – licenziato dall’VIII Commissione del Senato (relatore il Senatore Stefano Esposito), in materia di recepimento delle direttive europee su appalti pubblici e concessioni.

 

Il testo contiene importanti punti di merito che condividiamo, in quanto rappresentano misure di assoluta novità e di grande valore per la risoluzione dei  problemi di cui soffre il settore degli appalti, per i quali ci siamo impegnati unitariamente da lungo tempo.

 

Cgil, Cisl e Uil auspicano, pertanto, che questo testo sia confermato  nel dibattito in Aula e che il positivo e proficuo metodo di confronto attuato sinora, che ha visto coinvolti i diversi soggetti nella fase di elaborazione, prosegua nelle fasi attuative che, per la complessità della materia e la sua rilevanza, si annunciano molto articolate.

 

Riteniamo qualificante aver previsto, in materia di appalti di servizi, l’esclusione del massimo ribasso in tutti gli appalti ed in particolare per gli appalti ad alta intensità di manodopera, cioè dove il costo della manodopera è pari almeno al 50% del costo totale del contratto; riduzione delle stazioni appaltanti generando risparmio nei costi; le clausole sociali per la stabilità occupazionale; percorso di agevolazione per le PMI;  il riferimento, per ciascun comparto merceologico o di attività, al Ccnl che presenta le migliori condizioni per i lavoratori. Inoltre, significativo è aver previsto l’obbligo di indicare per il concorrente, in fase di offerta, i lavori che intende subappaltare, i relativi subappaltatori, l’assenza in capo agli stessi di motivi di esclusione, la loro sostituzione se in fase di verifica se ne dimostra la sussistenza.

 

Nel dettaglio sottolineiamo altri punti del testo che ci sembrano di particolare rilevanza:

 

- la centralità della lotta alla corruzione, con la previsione del rafforzamento dei poteri di vigilanza in fase di esecuzione delle prestazioni e l’attribuzione di più ampie funzioni di controllo all’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac);

 

- la compilazione di un unico testo normativo e la significativa riduzione del complesso delle disposizioni;

 

- l'espresso divieto di procedure derogatorie rispetto a quelle ordinarie;

 

- l’informatizzazione della fase di pubblicità degli avvisi;

 

- la revisione del sistema vigente di qualificazione e l’accesso ad un’unica banca dati per l’accertamento dei requisiti di qualificazione delle imprese;

 

- introduzione del dibattito pubblico;

 

- la previsione di un apposito sistema, gestito dall’Anac, di qualificazione delle stazioni appaltanti unitamente ad adeguate forme di centralizzazione delle committenze;

 

- una dettagliata disciplina delle varianti per le infrastrutture strategiche;

 

- l’utilizzo dello strumento dell’offerta economicamente più vantaggiosa in riferimento al rapporto prezzo/qualità, regolando espressamente i casi di ricorso al massimo ribasso;

 

- creazione di un albo gestito dall’Anac dei componenti delle commissioni giudicatrici e loro assegnazione attraverso pubblico sorteggio;

 

- livelli di pubblicità e trasparenza per le procedure di importo inferiore e sotto la soglia comunitaria;

 

- il divieto di attribuire al contraente generale la possibilità di indicare i ruoli di responsabile unico del progetto e direttore dei lavori, unitamente alla costituzione per queste figure e per i collaudatori di un albo presso il Mit;

 

- la valorizzazione della fase progettuale, limitando radicalmente il ricorso all'appalto integrato e prevedendo di norma la messa a gara del progetto esecutivo;

 

- la revisione della disciplina in materia di avvalimento;

 

- la razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle controversie;

 

- l’attenzione alle problematiche sociali e ambientali con la previsione di utilizzo in parte della manodopera locale  e del ricorso alla filiera corta.

 

Cgil, Cisl e Uil nella consapevolezza che quelli sopra indicati sono i principi a cui dovrà ispirarsi la fase attuativa, nel rimarcarne ancora l’importanza, sottolineano la necessità che le Aule confermino questi contenuti e che tutti i soggetti responsabili della fase attuativa, a partire dal Governo, agiscano con coerenza, coinvolgendo, in forma partecipativa, tutte le rappresentanze sindacali e sociali interessate.