ISTAT  - Guglielmo Loy
Loy: La fotografia dell’Istat non ci fa essere ottimisti
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30/06/2015  Occupazione.  

 

 

 

Troppi dati, troppa confusione. Certamente la natura dei dati è diversa, ma mettere a fattor comune le 3 fonti di conoscenza del nostro mercato del lavoro (Istat, Ministero del Lavoro con le comunicazioni obbligatorie e Inps), permetterebbe anche di comprendere se siamo ancora pre-boa (come dimostrano i negativi dati dell’Istat di oggi), o di superamento del giro di boa (come invece sembra evincersi dai dati delle comunicazioni obbligatorie).

 

La fotografia degli indicatori di maggio scattata dall’Istat, non ci fa essere ottimisti. E’, infatti,  preoccupante la riduzione dell’occupazione,  l’aumento degli scoraggiati che non può che essere dovuto a un travaso dei disoccupati verso l’inattività e l’ancora altissimo tasso di disoccupazione giovanile a cui non sembra aver dato risposta né il programma  “Garanzia Giovani”  né i cospicui incentivi previsti per il contratto a tempo indeterminato che, probabilmente, hanno ulteriormente indebolito il contratto di apprendistato.

 

Si sta sempre più assottigliando la forbice tra il complessivo numero di disoccupati ed inattivi, rispetto agli occupati. Senza considerare che  tra gli occupati ci sono centinaia di migliaia i lavoratori che ogni mese sono in cassa integrazione.  Tutto ciò costituisce soprattutto un grande problema sociale, al quale il Governo deve dare risposte con strumenti adeguati e non con una semplice riscrittura delle regole nel e per il  lavoro. Né sembra sufficiente l’iniezione consistente di decontribuzione senza scegliere la strada maestra delle politiche di  crescita, dello sviluppo e della attrazione di investimenti.

 

 

Roma, 30 giugno 2015