Saremmo i più felici se il dato del crollo delle domande di cassa integrazione fosse testimonianza di una reale ripresa produttiva. Più persone lavorano meglio è, per se stesse e per il Paese.
Prima, però, di assecondare questa tesi vorremmo dal Governo la certezza che questi dati siano certificati con attenzione: è singolare che intere province, anche del triangolo industriale, non abbiano nemmeno un’azienda che, ad agosto, abbia visto autorizzate richieste di cassa integrazione ordinaria.
Dai dati INPS, infatti, risulta che in 49 province della Repubblica non è stata autorizzata neanche un’ora di cassa integrazione ordinaria. Province considerate, a ragione, cuore pulsante del nostro sistema produttivo come, tra le altre, Alessandria, Novara, Genova, Cremona, Brescia, Varese, Ferrara, Modena, Piacenza, Parma, Prato, Ancona Latina, L’Aquila, Avellino, Salerno, Taranto, Cosenza, Catania, Sassari.
Sarebbe opportuno assicurarsi con certezza che questi dati siano frutto di una ripresa economica, che tutti auspichiamo, e non di un fermo amministrativo o di rallentamenti burocratici.
Sulle domande di disoccupazione, infine, è auspicabile che non si diano interpretazioni, in positivo o in negativo, quando la stessa Inps invita a “tenere presente che i dati sulle domande di Naspi sono da considerarsi ancora parziali.”
Roma, 18 settembre 2015