CONTRATTI E PENSIONI  - Carmelo Barbagallo
Barbagallo: Non partecipiamo a confronto con Confindustria se non si sbloccano contratti
Necessaria la flessibilità in uscita verso il pensionamento
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21/09/2015  Sindacato.  

 

 

Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha partecipato a un convegno organizzato dalla Cisl sul tema della contrattazione. A margine dell'iniziativa è intervenuto sull'argomento e, inoltre, sul tema della previdenza. "Abbiamo bisogno di avere un pronunciamento chiaro da parte di Confindustria - ha sottolineato Barbagallo - che, a differenza di quanto concordato, ha bloccato i tavoli di trattativa per il rinnovo dei contratti già aperti.

 

Sino ad ora, non abbiamo ricevuto questo segnale e finché non arriva, sarà difficile cominciare a discutere. Peraltro, loro propongono un modello contrattuale a tempo per il primo biennio: noi, invece, vorremo fare una riforma per sempre. La Confindustria - ha rimarcato il leader della Uil - si era impegnata a non bloccare i rinnovi contrattali in essere, ma Federmeccanica, Federchimica e Federalimentari hanno dichiarato di non poter procedere finché Confindustria non fa un accordo con noi.

 

Non erano queste le condizioni e perciò non è possibile andare al confronto. Se entro domani mattina arriva una posizione chiara, possiamo cambiare decisione. La Uil ha definito una proposta per un nuovo modello contrattuale sin dallo scorso mese di febbraio, avevamo tutto il tempo per discutere, ma non è stata presa in considerazione. A luglio, improvvisamente, la questione è diventata un’urgenza.

 

Non c’è problema, ma se qualcuno ci propone di fare un modello contrattuale a tempo, solo per superare questo periodo, non siamo disponibili. Lo ribadisco: la Uil non andrà a nessun incontro se la Confindustria non dà un segnale chiaro di conferma di quanto concordato".

 

Per quel che riguarda, infine, le notizie relative a una possibile riforma del sistema previdenziale, Barbagallo ha dichiarato che "la flessibilità in uscita verso il pensionamento è necessaria per dare stabilità in entrata ai giovani, ma non si può fare a "costo zero", perché non si fanno le nozze con i fischi secchi.

 

Ci sono proposte in campo, ma prima di esprimere un giudizio vogliamo leggere i testi, perché tra annunci e successivi pentimenti non si capisce bene di cosa si parla. La flessibilità in uscita è una necessità non solo di giustizia sociale, ma anche per le imprese che hanno problemi a mantenere i lavoratori dopo una certa età. Non è possibile, infatti, andare in pensione tutti alla stessa età, a fronte di lavori differenti tra loro.

 

Anche quella degli esodati è una questione prioritaria Quei lavoratori avevano fatto un patto con le aziende e con lo Stato. Quando vengono meno i patti non c’è credibilità nel futuro".

 

 

Roma, 21 settembre 2015