CASSA INTEGRAZIONE – 1° RAPPORTO UIL  - Guglielmo Loy
La cassa integrazione per macro aree, regioni e province
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24/02/2017  Sindacato.  

 

 

1° RAPPORTO 2017 UIL(GENNAIO 2017)

LA CASSA INTEGRAZIONE PER MACRO AREE, REGIONI E PROVINCE

 

ORE AUTORIZZATE GENNAIO 2017 – dati per macro area, regioni e province-

(confronto con dicembre 2016 e gennaio 2017)

 

STIMA UIL POSTI DI LAVORO SALVAGUARDATI DALLA CIG A GENNAIO 2017 – dati per macro area e regioni -

(confronto con dicembre 2016 e gennaio 2017)

 

ORE AUTORIZZATE PER SETTORE PRODUTTIVO A GENNAIO 2017 – dati per macro area e regioni -

(confronto con dicembre 2016 e gennaio 2017)

 

 

 

Elaborazione UIL su fonte INPS

 

 

INTRODUZIONE

 

Nel primo mese dell’anno sono state autorizzate 30,6 milioni di ore di cassa integrazione con una flessione del 19% rispetto a dicembre 2016 e del 46,3% rispetto allo stesso mese del 2016. Nel mese l’ammortizzatore sociale ha salvaguardato oltre 180 mila posti di lavoro.

I dati, se analizzati sia su base tendenziale che congiunturale, evidenziano una caduta delle ore richieste in tutte le gestioni con l’unica eccezione della cassa integrazione ordinaria che rispetto a gennaio 2016 sale del 174,7%.

Una riduzione di ore richieste che continuiamo a ritenere trovi la sua prima motivazione, purtroppo, nelle novità fortemente restrittive e costose contenute nelle ultime riforme sugli ammortizzatori sociali più che su una ripresa dell’apparato economico e produttivo. Inoltre, segnaliamo che i dati risultano mancanti delle ore richieste al FIS (Fondo Integrazione Salariale).

Crediamo che su tale istituto, in qualità di sostituto della cassa integrazione in deroga ed ormai operativo da 1 anno per le aziende con più di 6 dipendenti, sia necessario conoscere, nel rispetto della trasparenza, quante ore di integrazione salariale sono state richieste e quanti i lavoratori interessati.

Sono dati ad oggi non diffusi dall’Inps e la cui conoscenza permetterebbe di avere un quadro più esaustivo degli ammortizzatori sociali e, soprattutto, della situazione del nostro tessuto produttivo ed occupazionale.

Non va sottovalutato, inoltre, sotto il profilo occupazionale, l’impatto dell’aumento del costo della cigs e dell’abolizione dell’indennità di mobilità in caso di licenziamenti collettivi, che dal 1° gennaio di quest’anno, è stata sostituita con la Naspi. Il vecchio contributo versato per l’indennità di mobilità, da questo mese non dovrà essere più versato dalle aziende che, in caso di licenziamento, saranno tenute a corrispondere all’Inps il ticket licenziamento, un balzello molto meno “caro” per l’azienda. 

La nostra preoccupazione è che il minor costo del licenziamento e l’aumento del costo della cigs potrebbero rischiare di produrre un ulteriore aumento della disoccupazione...

 

 

 

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