di Redazione
Decolla l'integrazione sui banchi di scuola. Sono infatti 802.844 gli alunni con cittadinanza non italiana che ogni mattina ripsondono all'appello nelle nostre scuole. Un aumento del 16% rispetto all'anno precedente. I dati diffusi dal rapporto “Alunni con cittadinanza non italiana. Tra difficoltà e successi. Rapporto nazionale 2013/2014”, elaborati da Miur-Fondazione Ismu, confermano un costante e significativo incremento nelle iscrizioni degli alunni stranieri: dal 2001/02 al 2013/14 essi sono quadruplicati. Si è passati infatti da 196.414 alunni nell'anno scolastico 2001/2002 (2,2% della popolazione complessiva) agli 802.844 dell'anno scolastico 2013/2014 (9% del totale). Gli iscritti stranieri fra il 2009/2010 e il 2013/2014 sono cresciuti con ritmi del 19,2% a fronte di un decremento del -2,0% nelle presenze di alunni italiani.
Gli alunni italiani sono diminuiti in tutti i livelli scolastici, mentre gli alunni stranieri sono cresciuti in tutti gli ordini e gradi, soprattutto nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole secondarie di secondo grado. Negli ultimi 5 anni si è assistito a un aumento delle presenze di stranieri nelle scuole non statali (+16% nel 2013/14 rispetto al 2009/2010). Per quanto riguarda gli italiani, nello stesso periodo, il declino numerico che li caratterizza è più accentuato nelle scuole non statali (-7,5% in 5 anni) rispetto a quelle statali (-1,1%).
I rumeni i più numerosi. Nella graduatoria delle presenze, i romeni (154.621), gli albanesi (107.847), i marocchini (101.176).
Prevale la componente maschile. Le femmine sono meno numerose dei maschi e corrispondono al 48% del totale (385.365), una percentuale di poco inferiore a quella osservata tra gli italiani (48,3%). La componente femminile prevale solo nelle scuole secondarie di secondo grado.
La regione con più alunni stranieri è la Lombardia. La Lombardiasi conferma come la prima regione per maggior numero di alunni stranieri (197.202), ma anche per il numero più alto di alunni in generale (1.409.671), seguitada Emilia Romagna (93.434), Veneto (92.924), Lazio (77.071), e Piemonte (75.276).
I nati in Italia sono la maggioranza. Un dato particolarmente significativo da segnalare è che i nati nel nostro paese costituiscono ormai la maggioranza di questi alunni. Infatti, nell'a.s. considerato costituiscono il 51,7% (415.283) degli alunni stranieri. Tra il 2007/8 e il 2013/14 si evidenzia una crescita esponenziale di nati in Italia nelle scuole secondarie, in cui questi alunni si sono quasi triplicati (scuole di primo grado) o più che triplicati (secondarie di secondo grado). Un approfondimento specifico sulla distribuzione territoriale evidenzia che il primato lo detiene il Nord Ovest, che accoglie nell'anno scolastico 2013/14 167.182 nati in Italia (40,2%), seguito dal Nord Est (123.142, 29,6%), dal centro (93.094 pari al 22,4%), e dal Sud e dalle Isole (31.865, 7,8%). La Lombardia è la regione con il maggior numero di alunni nati in Italia (oltre 110mila unità).
Neo-entrati tornano ad aumentare. Dall'a.s. 2007/08 al 2013/14 gli alunni stranieri entrati per la prima volta nel sistema scolastico italiano si sono ridotti da 46.154 a 30.825. Tuttavia tra il 2012/13 e il 2013/14 questo gruppo è tornato a crescere (+7.989 soggetti). Un aumento che si spiega in parte con l'incremento significativo dei ricongiungimenti familiari e dei minori stranieri non accompagnati (10.536 nel 2014).
Alunni stranieri con disabilità. Nel 2007/08 erano 11.760, nell'a.s. 2013/14 sono 26.626. Un aumento notevolissimo che si spiega con il prolungamento dell'obbligo scolastico, e con la disponibilità di questi alunni a proseguire gli studi dopo il biennio obbligatorio.
Alunni rom, sinti e camminanti. Sono diminuiti del -5,6% dal 2007/08 al 2013/14. Una riduzione che è ancora più sensibile nelle scuole d'infanzia e primaria.
Ritardo scolastico e ripetenze. Nella misura in cui crescono i nati in Italia, si constata anche un miglioramento nei percorsi scolastici, con una diminuzione dei ritardi scolastici e delle ripetenze, cioè diminuiscono in parte le difficoltà che, peraltro, rimangono elevate. Nell'a.s. 2013/14 gli alunni con cittadinanza non italiana in ritardo rappresentano il 14,7% nella primaria (contro 1,9% degli italiani), il 41,5% nella secondaria di primo grado (contro il 7,4% degli italiani), e il 65,1% nella secondaria di secondo grado (contro il 23,3% degli italiani). I tassi di ripetenza degli alunni stranieri nell'a.s. 2013/14 confermano tuttavia il divario tra italiani e stranieri, in particolare nei primi anni di corso.
Preferiscono gli istituti tecnici ai professionali. Per la prima volta dagli inizi degli anni Duemila, nell'anno 2013/14 gli istituti tecnici rappresentano l'indirizzo maggiormente scelto dagli alunni stranieri (38,5%). Gli istituti professionali perdono quindi il primato degli anni precedenti, passando al secondo posto (37,9%), seguiti dai licei (23,5%). Questo maggior spostamento verso le scelte liceali risulta prevalentemente influenzato dalle scelte degli alunni nati in Italia, che si orientano maggiormente verso istituti tecnici (41,1%) e licei (29,6%).
Formazione professionale. Oltre ai dati Miur, in questo rapporto si è fatto ricorso anche a dati forniti da altri enti e istituzioni, proprio per rimanere fedeli all’opzione di fondo di considerare il sistema formativo in un’ottica policentrica. I dati Isfol mostrano che gli alunni stranieri rappresentano il 15,5% del totale degli iscritti ai primi tre anni del sistema IeFP (istruzione e formazione professionale) e il 15,2% al quarto anno.
Università. Nell'anno scolastico 2013/14, i dati sugli immatricolati all'università (fonte: Anagrafe nazionale dello Studente) mostrano che quasi la metà dei maschi stranieri è in possesso di una maturità tecnica (49,7%) e il 17% di una maturità professionale; mentre la percentuale dei maschi italiani con maturità professionale che prosegue gli studi risulta di gran lunga inferiore (3,8%).
Immigrati adulti e opportunità formative. L’ultimo rapporto Indire disponibile (2012) segnala che sul totale dei frequentanti le scuole pubbliche per adulti (CTP, oggi CPIA) gli stranieri sono il 43,9%: negli ultimi 6 a.s. sono cresciuti significativamente, a fronte di una diminuzione dei frequentati italiani.
Il 15,8% dei Neet è straniero. Secondo i dati Istat, nel 2013 i giovani con cittadinanza non italiana rappresentano il 15,8% del totale dei Neet (Non in Education, Employment or Training) in Italia, con una incidenza maggiore rispetto agli italiani sulla popolazione della stessa età. Una differenza importante è quella di genere: i Neet italiani sono prevalentemente maschi (il 50,3%), mentre i Neet non comunitari sono per il 67,3% giovani donne. Soprattutto per alcune cittadinanze però, questo dato si spiega come indisponibilità a studiare o lavorare per ragioni familiari. Gli apprendimenti in Italiano e Matematica (prove Invalsi). I risultati delle prove nazionali Invalsi a.s. 2013/14 confermano che i punteggi medi degli studenti nativi sono superiori alla media nazionale in tutte le classi campione (II e V primaria, III secondaria di I grado, II secondaria di II grado), mentre quelli relativi agli stranieri sono inferiori alla media, anche se i punteggi sono superiori fra le seconde generazioni rispetto alle prime. Il divario di punteggio medio tra studenti nativi e studenti di origine straniera è minore nella prova di Matematica rispetto a quella di italiano. La rilevazione del 2013/14 rispetto a quelle dell’a.s. precedente, evidenzia che gli studenti nativi non hanno modificato la loro performance in nessun livello scolastico, mentre gli alunni immigrati di prima generazione hanno avuto un significativo miglioramento in II elementare e in III media e un lieve peggioramento nella II secondaria di II grado. Anche i loro compagni di seconda generazione hanno migliorato i loro esiti in terza media, mentre si riscontra un peggioramento (anche se talvolta lieve) nelle altre classi.
Il confronto fra Italia e Europa. Dall’analisi dei risultati dell’indagine PISA OCSE 2012 sui quindicenni, per l’area di matematica emerge che l’Italia si colloca fra i paesi low performers, ovvero Paesi dell’area europea al di sotto della media OCSE (con punteggi inferiori a 490), insieme a Norvegia, Portogallo, Spagna, Repubblica Slovacca, Svezia, Ungheria, Grecia. È anche inserita nel gruppo di Stati che hanno ottenuto mediamente i peggiori risultati sia come performance in Matematica, sia come divario fra studenti autoctoni e migranti: i sistemi scolastici di Italia, Spagna, Grecia, Norvegia, Svezia appaiono meno efficaci come risultati ottenuti dagli alunni e come modello di integrazione.