13/10/2012
| Salute.
Introduzione - Il Coordinamento
territoriale degli RLS
Le origini del manuale.
Analizzando quali sono i bisogni più sentiti dai RLS, emerge l’esigenza di capire la natura, le potenzialità e le prerogative fondamentali di questa figura, in pratica, la necessità di identificare le regole di base comuni, utili allo sviluppo e diffusione conoscitiva dell’attività stessa.
Questo perché l’esperienza sin qui acquisita deriva principalmente dall’intuizione del singolo, dalla pratica individuale costruita “sul campo” nel gestire le diverse realtà delle aziende d’appartenenza e dall’interpretare un’attività a molti sconosciuta, senza regole condivise, riferimenti né possibilità di scambi pratici e culturali con gli altri RLS o con chi possa loro travasare una cultura operativa.
Per costruire un quadro generale di riferimento, il sistema più pratico ed efficace è quello del confronto, il mettere in un “contenitore comune” le significative e complementari esperienze di ognuno per poterle amalgamare e ottenere così una traccia di base, un percorso plasmabile, modificabile e adattabile secondo le realtà lavorative, necessariamente diverse tra loro, proprie dell’azienda in cui opera ogni singolo RLS.
In questo manuale sono descritti molteplici prerogative e aspetti del ruolo del Rappresentante dei Lavoratori, questi derivano dalle esperienze che hanno fondati e ragionati motivi per essere di spunto e riferimento, certamente non esaustivi, alla operatività del RLS/RLST nello svolgere i propri compiti nell’ambito della prevenzione e protezione dell’ambiente, salute, sicurezza e igiene sul lavoro; inoltre forniremo elementi che ci auguriamo saranno utili integrazioni dell’esperienza maturata da ciascun RLS/RLST e, in qualche modo, già consolidata nel quotidiano.
Ricevendo questo mandato ed eseguendolo nel modo più coerente e incisivo possibile e provando a distribuire tutte le diverse attività di prevenzione e tutela su di un normale carico operativo, il RLS non troverà difficile essere impegnato per lo svolgimento del proprio ruolo a tempo pieno, (come di fatto avviene o dovrebbe avvenire per il RLST) assumendo così la sua attività la connotazione di un vero e proprio lavoro: un’attività che, prima o poi, le aziende dovranno riconoscere in tutta la sua dignità ed efficacia.
Purtroppo la situazione reale presenta aspetti ben diversi: le attuali agibilità concesse dalle norme e dai contratti, la considerazione data alla figura del RLS e il mancato riconoscimento del “valore aggiunto” di quest’attività, non consentono che cercare di percorrere questo cammino a piccoli passi, trovando spazi, magari a “spintoni” e forzature, in un ambiente culturale alieno e, per certi versi, in opposizione.
Ad avvalorare questo dato di fatto, si pensi alla situazione indicata, in un momento di discussione in rete, da una RLS praticamente priva di permessi sindacali occupata con contratto “Part Time” su 6 ore giornaliere; nel suo caso l’azienda ha inteso ridurre a 30 ore anno il tempo obbligatorio da concedere al RLS per la propria attività, riparametrando così unilateralmente il tempo minimo di 40 ore già previsto, pensandolo calcolato sulla presenza media di 8 ore al giorno.
Evidentemente anche la direzione di questa azienda è ancora ben lontana dal capire l’importanza e le prerogative, sicuramente positive anche per l’economicità della gestione antinfortunistica dell’azienda stessa, che l’attività RLS può esprimere nel contesto in cui opera.
Il territorio ferrarese può vantare un primato: esso è stato, a livello nazionale, il primo, se non uno dei primi, a istituire e far funzionare un Coordinamento tra Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza (RLS).
Difatti, partendo dal presupposto che i RLS non sono solamente destinatari di formazione e informazione ma anche veri e propri serbatoi di conoscenza, già a metà dell’anno 1996 si è spontaneamente formato un gruppo di delegati il cui obiettivo prima rio era quello di discutere su tematiche d’Ambiente e Sicurezza e Salute sul lavoro.
Il tutto fu fondato sul convincimento, che vi fosse la necessità di ricercare un’esperienza parallela, integrativa migliorativa della “staticità” allora imostrata dai vari “sportelli informativi” istituiti da diversi soggetti sindacali e istituzionali, dove l’informazione gira a “senso unico”.
Dove il RLS era (ed è) visto come destinatario e bisognoso d’informazioni date da altri (soggetti esterni, spesso preparati sulla normativa e questioni generali ma poco conoscitori di particolari applicazioni specifiche: quelle, appunto, più richieste dal RLS), e non vera e propria figura attiva e portatrice di conoscenze applicative delle questioni inerenti alla prevenzione e protezione della salute e sicurezza sul lavoro.
Risolti i primi problemi e dopo aver collaudato un sistema funzionante per portare avanti la discussione all’interno del gruppo di partenza (organizzazione, permessi, sede mobile presso le varie aziende di appartenenza, metodi di comunicazione tra partecipanti e altro), l’iniziativa è stata presentata al Convegno Provinciale del 24 marzo 1997, organizzato dai Sindacati Confederali ferraresi e dedicato all’applicazione del Decreto Legislativo 626/1994, ufficializzato il 6 aprile 1997 e denominata CAS UILCER ‐ Coordinamento Ambiente e Sicurezza dell’Unione Italiana Lavoratori Chimici, Energia e Risorse ‐, raccogliendo, nel tempo, in appunti la gran quantità d’argomenti valutati, discussi e poi applicati.
Dalla positiva valutazione dell’esperienza ferrarese ‐ da una parte perché il gruppo, una volta partito e presa consapevolezza dell’importanza della condivisione di esperienze diverse per perfezionare la conoscenza dei singoli, era sempre alla ricerca di nuovi spunti e idee per perfezionare il confronto, dall’altra perché i RLS, all’interno della UILCER delle altre province, hanno subito intuito l’importanza e le potenzialità metodologiche di sviluppo dell’attività di coordinamento e nella considerazione che i tempi per l’allargamento del potenziale bacino d’utenza erano oramai maturi ‐ il 28 aprile 1999 è stato istituito il Coordinamento RLS UILCER (per l’Emilia Romagna (ora UILCEM ‐Unione Italiana Lavoratori Chimici, Energia e Manifatturiero ‐, dopo l’accorpamento di UILCER e UILSP).
Nel tempo questo percorso è divenuto un vero e proprio progetto che è stato fatto proprio anche dal livello nazionale UILCEM, nonché dalla UIL Confederale in quanto visto come elemento positivo da sviluppare sulle altre categorie e su tutto il territorio nazionale.
A distanza di un decennio, il testo attuale rivisto, attualizzato e integrato, come richiede la natura evolutiva del suo contenuto, non deve essere visto come un “classico” tomo didattico fine a se stesso ma deve servire ai RLS, di tutte le categorie e territori, per ricevere intuizioni e spunti, operare piccole (ma espressive) migliorie quotidiane e ad indirizzare diverse (e complementari) capacità verso le specifiche (e disomogenee) realtà aziendali, costruendo un proprio schema operativo che potrà, a sua volta, divenire riferimento per altri, innescando un sistema circolare dell’informazione necessario a tutti i soggetti interessati (soprattutto se RLS tra loro collegati) e propedeutico alla prevenzione e tutela d’Ambiente, Salute, Sicurezza e Igiene sul luogo di lavoro.
Questo manuale non pretende d’essere una guida metodologica né didattica, ma semplicemente un supporto quotidiano, uno strumento pratico per il miglioramento e perfezionamento individuale e collettivo di tutti coloro che partecipano alla diffusione delle conoscenze nel campo della tutela e prevenzione dell’ambiente, salute e sicurezza sul lavoro.
Lo stesso titolo si rifà per analogia ai marinai, ovvero a persone che sanno già come muoversi e quali strategie adottare per fare al meglio il proprio lavoro ma che abbisognano comunque di strumenti di indirizzo per poter mettere in pratica al meglio le conoscenze che già possiedono.
Paolo Cinibaro