Il sindacato in Europa
Brevi cenni.
Per quanto riguarda le Istituzioni Europee, vale la pena di ricordare che la Commissione Europea è l’organo di gestione (paragonabile al nostro Governo) della Comunità, ogni Commissario è preposto ad un ramo (Ministero) definito Direzione Generale (DG), ognuna di queste è numerata.
Il sindacato è interessato specialmente nella DG n. 5 (o DG-V), la quale ha compiti esecutivi e di proposta nel campo del lavoro e della sicurezza.
Per le Parti Sociali si evidenzia una notevole assunzione di ruolo, rispetto al tradizionale concetto nazionale italiano. Esse partecipano nella gestione della comunità attraverso i propri rappresentanti nazionali (dei lavoratori e degl’imprenditori) o per mezzo delle Confederazioni europee.Le organizzazioni sindacali italiane CGIL, CISL e UIL fanno parte della CES (Confederazione Europea dei Sindacati), la quale accomuna la stragrande maggioranza dei confederali europei.
La parte d’intervento sociale è definita “area di dialogo sociale”. In quest’area le Parti vengono chiamate a svolgere due azioni ben distinte, definite “con” e “tra” le Parti stesse. Nel dialogo “con” le parti, cui partecipano anche rappresentanti degli Stati membri, la Comunità Europea consulta governi, sindacati ed imprenditori nelle varie Sedi (per esempio nei Comitati Consultivi del Fondo Sociale Europeo, Sicurezza - Igiene e tutela della salute sui luoghi di lavoro, Formazione professionale, Libera circolazione dei lavoratori, Sicurezza sociale dei lavoratori migranti, Pari opportunità, ecc.), mentre nel dialogo “tra” le parti è individuato uno spazio (vedi art. 118/B del “Trattato di Roma” del 1958, istitutivo della Comunità Economica Europea) destinato alla contrattazione, negoziazione, definizione di accordi e contratti collettivi che vedono coinvolte le parti sociali interessate.