Salute e sicurezza  - Silvana ROSETO
PER NON NAVIGARE A VISTA
Manuale per Rls e Rlst
13/10/2012  | Salute.  

 

Fattori di rischio per la gravidanza

 

Fattori fisici

 

Rumore

 

Il rumore, comunemente definito come suono non desiderato, è l’inquinante più diffuso negli ambienti di lavoro. Gli effetti dell’esposizione a rumore elevato, durante la gravidanza, sono stati oggetto di numerosi studi sperimentali ed epidemiologici, i risultati dei quali non sono sempre univoci.

La maggior parte delle indagini epidemiologiche mette in evidenza una riduzione di crescita del feto e quindi un minor peso alla nascita, mentre più incerti sono i risultati di studi sull’aumento dell’abortività e sulla mortalità fetale nelle donne esposte a rumore elevato. Non sono ancora chiari i meccanismi d’azione del rumore sull’andamento della gravidanza e sul feto, si ipotizza una vasocostrizione articolare che potrebbe essere responsabile di una diminuzione del flusso placentare. In attesa di ulteriori conoscenze sull’argomento si ritiene prudente un allontanamento dal lavoro per livelli di esposizione pari o superiori ad 80 dB(A).

Radiazioni ionizzanti

 

L’esposizione a radiazioni ionizzanti riguarda quasi esclusivamente l’ambito sanitario e interessa in particolare il personale medico e paramedico di radiodiagnostica e radioterapia. Sono ben noti gli effetti nocivi provocati dall’esposizione ad alte dosi di radiazioni ionizzanti, sia che provengono da una sorgente esterna (irradiazione) sia che raggiungono il feto dall’interno (radiocontaminazione). Tra i tanti effetti dannosi si evidenzia una sterilità, facilità all’aborto, aumento delle malformazioni e tumori nei figli.

Radiazioni non ionizzanti

 

Al momento attuale non esistono sufficienti risultati sugli effetti provocati sulla gravidanza da sorgenti più intense di campi elettromagnetici a bassa frequenza, sia di tipo occupazionale che legati alla residenza della donna (elettrodotti, forni microonde).

Vibrazioni

 

Il rischio da vibrazioni è diffuso in rapporto alla meccanizzazione e con l’incremento della rete di ogni tipo di trasporto. Le categorie più esposte includono lavoratrici agricole e le donne che lavorano su mezzi di trasporto. Le vibrazioni trasmesse in tutto il corpo, possono provocare irregolarità dei cicli mestruali con conseguente diminuzione della fertilità, aumento delle minacce di aborto, del numero di aborti, aumento delle complicanze in gravidanza e parti prematuri.

Microclima

 

Nell’industria dell’abbigliamento in particolare la stiratura, nell’industria alimentare e della ristorazione rappresentano i settori dove è più frequente il rischio da microclima sfavorevole. I meccanismi della termoregolazione che vengono attivati in ambiente caldo possono risultare meno efficaci durante la gravidanza, in quanto esiste in questo periodo una vasodilatazione fisiologica ed un aumento della frequenza cardiaca. Oltre a ciò si osserva un aumento del metabolismo basale con diminuzione delle riserve energetiche.

L’effetto più importane segnalato risulta essere un aumento degli aborti spontanei per esposizione ad elevate temperature.

Fatica visiva

 

Il sovraccarico visivo o affaticamento visivo può essere determinato da un impegno continuativo e prolungato in operazioni che richiedono una visione ravvicinata o anche da condizioni scorrette di illuminazione. La presenza di difetti visivi non corretti, mal corretti o difficilmente correggibili può essere, in alcuni casi, causa di per sé di affaticamento visivo; in altri casi può concorrere, insieme ai fattori connessi al tipo e all’ambiente di lavoro, all’insorgenza di fatica visiva.

Condizioni scorrette di illuminazione, ostacolando la buona visione, costringono l’occhio ad un maggiore impegno e ne determinano, di conseguenza, un precoce affaticamento e l’eccessiva e prolungata contrazione dei muscoli impegnati nell’accomodare e nel convergere durante la visione da vicino può indurre affaticamento visivo.

La fatica visiva si manifesta con bruciore, senso di fastidio (sensazione di corpo estraneo), prurito agli occhi, arrossamento della congiuntiva, dolore ai bulbi oculari o in regione frontale, mal di testa: tutti questi sintomi sono riconducibili all’astenopia (vedasi capitolo sull’uso di attrezzature munite di videoterminale -VDT-).

Si tratta di disturbi transitori che per lo più scompaiono dopo un adeguato periodo di riposo, ma spesso comportano un abuso di anti dolorifici. I settori più a rischio sono: uffici in relazione all’uso del VDT; laboratori in relazione all’utilizzo di microscopi ottici, lenti di ingrandimento; elettronica in relazione all’utilizzo di microscopi ottici, alle operazioni di montaggio e controllo di piccoli pezzi; grafico in relazione alla correzione di bozze; meccanico in relazione al montaggio e al controllo di piccoli pezzi; farmaceutico in relazione alle operazioni di sperlatura (consiste nel controllare visivamente che non siano presenti impurità in fiale e flaconi); orafo in particolare nelle fasi di montaggio e di controllo; tessile soprattutto nelle operazioni di controllo pezzi; alimentare nelle operazioni di controllo confezionamento.

Fattori chimici

 

Molti studi evidenziano una correlazione tra l’esposizione occupazionale a solventi organici di lavoratrici in gravidanza, con verificarsi di aborti spontanei, specialmente nei primi tre mesi di gestazione.

I solventi sono componenti essenziali di colle e mastici (industrie calzaturiere e tessili), di vernici e lacche, inchiostri e resine ecc. (industria del legno, metalmeccanica, grafica, farmaceutica).

Ci sono naturalmente altre sostanze che potrebbero dare problemi durante la gravidanza e per questo si consiglia un’attenta lettura delle schede di sicurezza relative ai prodotti manipolati o usati nel ciclo produttivo cui può venire a contatto la lavoratrice.

Metalli

 

Il piombo è tra gli agenti tossici meglio documentati. Può agire già prima del concepimento sia sulla donna che sull’uomo, durante la gravidanza, sia sulla madre che sul prodotto di concepimento e dopo la nascita, sul neonato attraverso il latte materno.

Fattori biologici

 

Le malattie infettive contratte in gravidanza possono avere notevoli ripercussioni sull’andamento della stessa, il rischio di contaminazione infettiva deve essere valutato caso per caso, tenendo conto della natura, del grado e della durata dell’esposizione.

Posture e movimentazione manuale dei carichi

 

Questi fattori di rischio sono presenti in quasi tutti i comparti lavorativi. In particolare possono essere soggette a movimentazione manuale di carichi e postura in piedi prolungata per più di metà del tempo lavorativo: le infermiere, le addette all’assistenza, le educatrici degli asili nido, le addette al comparto alberghiero, le addette alle mense, le addette a lavori di magazzino. Sono sottoposte a posture obbligate particolarmente affaticanti le addette alle catene di montaggio, le addette al controllo e confezionamento a catena, le addette alle macchine da cucire, le lavoratrici nell’industria orafa, nelle ceramiche artistiche, nell’industria tessile, le addette del montaggio nell’industria metalmeccanica.

Per postura di lavoro si intende il complesso e la sequenza degli atteggiamenti che il corpo assume per lo svolgimento di un determinato compito lavorativo.

Le posizioni fisse obbligate, sia sedute che erette, per lunghi periodi, possono determinare un’accentuazione di patologie già frequenti in questo periodo.

Alcuni studi, sebbene non completamente confermati, hanno evidenziato una maggior prevalenza di aborti, parti prematuri e basso peso alla nascita del neonato, causati dal rischio dovuto alla movimentazione manuale dei carichi.

Stress

 

Negli ambienti di lavoro, il termine può essere applicato ad una serie di condizioni ambientali obiettive e ad altre legate all’organizzazione del lavoro e alle relazioni umane, quindi più soggettive.

Dai dati finora disponibili, risulta che lo stress è una delle condizioni ambientali da prendere obbligatoriamente (D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, articolo 28 comma 1) in considerazione nella valutazione del rischio lavorativo.

Le lavoratrici gestanti e puerpere possono risentire in modo particolare dello stress professionale per mutamenti ormonali, fisiologici e psicologici.

Lavoro Notturno

 

Prevalentemente il lavoro notturno interessa le donne del comparto sanitario, le addette alle pulizie, le lavoratrici occupate in comparti a ciclo continuo. Il lavoro notturno può influenzare negativamente le alterazioni fisiologiche già presenti durante la gravidanza (modificazioni dell’apparato cardiovascolare, respiratorio, digerente, neurologico, locomotore).