In occasione dell'audizione presso la XI Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera dei Deputati, relativa all'esame delle proposte di legge in merito alle disposizioni per favorire la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, abbiamo ribadito le posizioni della Uil in materia .
In un periodo di grandi transizioni, la ripresa occupazionale e produttiva deve passare anche per questa strada, così come già avviene in alcuni Paesi Europei. Ridurre il tempo di lavoro, a parità di salario, può, infatti, da un lato generare maggiore produttività e quindi maggiori ricavi e, dall'altro, migliorare il benessere lavorativo, e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Trattandosi di materia che attiene all'organizzazione del lavoro, la questione va affrontata contrattualmente dalle parti sociali, sia a livello nazionale che decentrato, come sta già accadendo in diversi rinnovi di CCNL e come riportato in alcune piattaforme rivendicative e in qualche accordo aziendale. Un intervento legislativo eccessivamente prescrittivo e invasivo dell'autonomia contrattuale rischia di non riuscire a cogliere le specificità di ciascun settore produttivo. Riteniamo utile, in questa fase iniziale, intraprendere un percorso di confronto con le Parti sociali presso il Ministero del Lavoro, come è avvenuto per lo smartworking, nell'ottica di arrivare alla definizione di un Protocollo quadro che faccia da cornice regolatoria per la contrattazione collettiva, e che venga successivamente recepito in una legge di sostegno. In merito a eventuali meccanismi di defiscalizzazione o di decontribuzione, crediamo bisogna evitare che favoriscano soltanto i grandi Gruppi industriali o bancari, ma occorre che vengano coinvolte anche le piccole e medie imprese, spina dorsale del nostro sistema economico.
Questa è una grande sfida che ci attende e che, come Uil, siamo pronti ad affrontare e vincere.
Roma, 24 aprile 2024