L'inizio domani del dibattito in aula del Senato sul progetto di Legge sull'autonomia differenziata e i tempi contingentati per il suo via libera non sono proprio un buon presagio per il nostro Paese.
Si tratta di una riforma che rischia di scavare un'ulteriore profonda frattura tra i diversi territori e di accentuarne i divari, fino ad arrivare vicino alla "disgregazione" del nostro già fragile Stato nazionale, aumentando le disuguaglianze sociali e territoriali.
Non ci possiamo permettere che i diritti di cittadinanza siano garantiti a seconda della zona geografica in cui si nasce o si risiede.
Il tutto con il paradosso che i Livelli Essenziali delle Prestazioni a garanzia dei diritti civili e sociali, come previsto in Costituzione, non sono ancora stati definiti; anzi, c'è stata una proroga al 31 dicembre 2024, dell'attività della Cabina di regia per la loro determinazione.
Un'ulteriore criticità deriva dal fatto che il disegno di Legge prevede che le modalità di finanziamento delle funzioni attribuite, siano a finanza invariata.
Come si finanzierà l'erogazione dei LEP in modo uniforme su tutto il territorio nazionale?
Inoltre, non si prevede l'istituzione di un fondo perequativo a supporto dei territori più fragili, bensì ci si limita a stabilire l'unificazione delle diverse fonti aggiuntive o straordinarie di finanziamento statale.
Per noi ci sono diritti fondamentali delle persone che non possono e non devono essere oggetto di autonomia differenziata: ci riferiamo al diritto all'istruzione, al diritto alla salute e sicurezza, al diritto al lavoro.
Sono diritti centrali al pari di quelli civili del voto, della libertà, della partecipazione, del rispetto della dignità delle persone. Per questo siamo contrari a questo Disegno di Legge.
Roma, 15 gennaio 2024