L'assenza di politiche strutturali di contrasto alla povertà è resa evidente dai dati diffusi dall'Istat: quasi una persona su dieci, in Italia, è povera in termini assoluti, il che significa che vive una condizione di grave deprivazione che mette a rischio la salute fisica e mentale.
Per la sua natura multidimensionale, la povertà non consiste solo in una carenza di reddito ma, soprattutto se si tratta di minori, anche in una povertà sanitaria, educativa e relazionale. I determinanti della povertà sono, quindi, sociali e complessi.
Gli interventi da mettere in campo devono essere tra loro integrati, a partire da uno strumento universale di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito universale, come avviene nella maggior parte dei Paesi europei, insieme a un forte investimento nell'infrastrutturazione sociale per garantire la presa in carico dei bisogni complessi.
Le risorse pubbliche sono sempre limitate, ma c'è una responsabilità politica nell'allocarle. Ridurre il sostegno ai nuclei in difficoltà e non sostenere un welfare pubblico, per garantire i diritti di cittadinanza e ridurre le disuguaglianze, indica che la povertà non è considerata, nel nostro Paese, un problema prioritario.
Roma, 26 marzo 2024