09/10/2024
| Sindacato.
"I dati emersi dal settimo rapporto Gimbe sul Servizio sanitario nazionale sono estremamente preoccupanti e mettono in evidenza una crisi ormai strutturale del nostro sistema sanitario. Il progressivo sottofinanziamento del Servizio sanitario nazionale, unito alle crescenti disuguaglianze regionali e alla carenza di personale, sta compromettendo il diritto costituzionale alla salute per milioni di cittadini, specialmente nelle aree del Sud e nelle fasce socioeconomiche più deboli". È quanto ha dichiarato il segretario confederale della Uil, Santo Biondo.
"È inaccettabile che, nonostante i fondi aggiuntivi per la gestione della pandemia, non si sia realizzato un vero rafforzamento strutturale del Servizio sanitario nazionale. Gli aumenti della spesa sanitaria privata e la crescente rinuncia alle cure da parte di molte famiglie testimoniano - ha sottolineato Biondo - l'urgenza di un intervento deciso per ripristinare l'equità nell'accesso ai servizi sanitari. Un dato su tutti: nel 2023, oltre 4,48 milioni di persone hanno rinunciato a prestazioni sanitarie, di cui quasi 2,5 milioni per motivi economici: quasi 600.000 persone in più rispetto all'anno precedente".
"Queste criticità sono particolarmente forti in tutte le regioni meridionali, che - ha proseguito il sindacalista della Uil - sono in netto ritardo nella realizzazione delle strutture per la medicina del territorio, necessarie a limitare i deficit delle prestazioni sanitarie in territori con un alto disagio sociale e con crescenti difficoltà economiche delle famiglie".
"Chiediamo, quindi, al governo e alle regioni di agire con responsabilità, aumentando il finanziamento pubblico per la sanità, superando la fase dei commissariamenti e la stagione dei piani di rientro, investendo nelle risorse umane e mettendo in atto le riforme necessarie per garantire un'assistenza sanitaria di qualità, accessibile a tutti i cittadini, senza differenze territoriali o economiche. Soprattutto - ha concluso Biondo - chiediamo a chi ha responsabilità politiche di attivarsi per governare, con rigore e attenzione, il processo di progressivo scivolamento verso la privatizzazione dei servizi sanitari che, irrimediabilmente, finirebbe per spaccare in due il Paese, realizzando un Servizio sanitario a doppia velocità che finirebbe per cancellare definitivamente i princìpi di universalismo, uguaglianza ed equità stabiliti dalla legge e, per il combinato disposto con la deprecabile norma sull'autonomia differenziata, potrebbe allargare ancora di più il fossato dei divari sociali fra il Nord e il Sud dell'Italia".
Roma, 9 ottobre 2024