“A cinque anni dalla pandemia, il Sistema Sanitario Nazionale è ancora in crisi, privando i cittadini del loro fondamentale diritto alla salute”.
Lo ha dichiarato il segretario confederale della Uil, Santo Biondo.
“Nel 2024, la spesa sanitaria italiana è scesa al 6,2% del PIL, tra le più basse d’Europa e ben al di sotto della media OCSE. Con soli 136 miliardi di euro, attribuiti al Fondo Sanitario Nazionale, non si possono garantire cure adeguate. Aumenta così il ricorso alla sanità privata, con le famiglie italiane che spendono ben 42 miliardi di euro l’anno”.
“Peraltro - ha sottolineato Santo Biondo - alla Missione 6 del Pnrr, dedicata alla Salute, sono stati destinati solo 15,63 miliardi di euro, meno del 10% dell’intero piano. Molte risorse sono state ridotte o perfino inutilizzate, a discapito di progetti essenziali come le Case della Comunità e la digitalizzazione del sistema sanitario”.
“Rimane grave anche la condizione di medici e infermieri - ha rimarcato il sindacalista. Celebrati come eroi nel 2020, sono ancora sottopagati e costretti a condizioni di lavoro insostenibili. Non a caso, negli ultimi tre anni, sono 30.000 gli infermieri e 15 000 i medici che hanno lasciato il servizio pubblico, con un aumento del carico di lavoro per chi resta. Nonostante ciò, il governo ha stanziato solo 2 miliardi di euro per il rinnovo del contratto dei dipendenti sanitari: una cifra insufficiente per colmare il divario del 30% con gli stipendi europei e per fermare l’esodo verso l’estero o il privato. Infine, la mancanza di un’efficiente medicina territoriale rende il sistema ancora più fragile, lasciando intere fasce di popolazione senza un adeguato accesso alle cure”.
“Occorre un piano di assunzioni straordinario, un aumento delle retribuzioni del personale sanitario e degli investimenti strutturali per ridurre le liste d’attesa, che ad oggi superano i 12 mesi in molte strutture, e per rafforzare l’assistenza territoriale. Il rischio - ha concluso Biondo - è il collasso del Servizio Sanitario Nazionale, con conseguenze drammatiche, in particolare per le fasce più fragili della popolazione. La salute non può più aspettare: il governo deve agire subito”.
Roma, 20 febbraio 2025