Con la diffusione dei dati di dicembre, si chiude il bilancio 2018 sulle ore di cassa integrazione autorizzate dall´Inps alle aziende. Si tratta di circa 218 milioni di ore, che hanno permesso la conservazione di 107 mila posti di lavoro. I valori della cassa integrazione sembrano essere tornati quelli pre-crisi.
Vi è però una parte dell’occupazione che continua a perdere il lavoro. Continuano a crescere, infatti, le domande di Naspi che raggiungono nel periodo gennaio-novembre, circa 1,9 milioni. Quante delle domande derivino da procedure di licenziamento a seguito della fine del periodo della cassa integrazione e quante, invece, siano la conseguenza di contratti a termine scaduti e non rinnovati, non è dato conoscerlo.
Se osserviamo, però, i dati Inps sulle nuove attivazioni di rapporti di lavoro, emerge chiaramente la flessione di rapporti di lavoro a termine ed in somministrazione in concomitanza dell’entrata in vigore del Decreto Dignità. Ciò ci induce a ritenere che la crescita delle domande di disoccupazione sia anche l’effetto delle novità di un decreto dignità che è stato poco attento alle esigenze di flessibilità di ogni singolo settore e dell’importante ruolo che sulle tipologie contrattuali può svolgere la contrattazione collettiva.
Naturale è stato, quindi, procedere a trasformazioni a tempo indeterminato di alcuni contratti a termine, come dimostrano i dati della crescita dei contratti standard, anche se si tratta di un trend già presente dall’inizio dell’anno dove probabilmente a fare la differenza è stato soprattutto il vigente sistema di incentivi.
Purtroppo, però, nel periodo gennaio-novembre di quest’anno, il saldo attivo tra assunzioni e cessazioni nel settore privato, è stato inferiore di 182 mila assunzioni rispetto al 2017.
E’ evidente che servono investimenti per creare posti di lavoro, altrimenti l´occupazione strutturale e di qualità non crescerà.
Investimenti e diminuzione del fisco a lavoratori dipendenti e pensionati per rilanciare i consumi interni, sono importanti richieste che porteremo in piazza nella grande manifestazione unitaria del prossimo 9 febbraio.
Roma, 24 gennaio 2019