Ivana VERONESE: comunicato Stampa del 24/12/2019
Migranti, i titolari di permesso umanitario fuori da strutture di accoglienza entro il 31 dicembre
Migranti, i titolari di permesso umanitario fuori da strutture di accoglienza entro il 31 dicembre
24/12/2019  | Immigrazione.  

 

Di Alessandra Ziniti www.repubblica.it del 20/12/20189

 

Una circolare del servizio centrale che gestisce il SIPROIMI, sigla che indica il sistema di accoglienza diffusa dei migranti, emanata su indicazione del Viminale, dispone l’uscita dalle strutture delle persone con permesso umanitario il 31 dicembre. Il decreto sicurezza, nell'abolire la protezione umanitaria, ha anche stabilito che chi è in Italia con questo titolo ottenuto in precedenza non ha più diritto all'accoglienza ma le prefetture avevano disposto che i progetti potessero essere prorogati fino alla fine dell'anno nella speranza di trovare una soluzione ed evitare di mettere la gente in strada. Una necessità di cui il Viminale è evidentemente consapevole, se fonti del ministero tengono a far sapere che sono state avviate "iniziative tese a supportare i comuni per la presa in carico dei migranti mediante il finanziamento di progetti a valere sui fondi Fami. In particolare, si prevede di adottare appositi bandi per progetti Fami rivolti agli enti locali, per supportarli nella gestione della situazione rappresentata dalla uscita dei migranti in argomento dal Siproimi". In attesa delle iniziative di supporto ministeriali, Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci, mantiene alta l'attenzione sul rischio di vedere “diverse migliaia di persone per strada in pieno inverno e in periodo natalizio. Tra le migliaia di persone che corrono il rischio di rimanere in strada – continua - anche famiglie con minori. Un rischio – sottolinea - aggravato dal periodo dell’anno in cui, oltre alle temperature rigide, i servizi comunali sono erogati a regime ridotto a causa delle festività. È incomprensibile – rimarca Miraglia - un provvedimento che chiede agli enti locali titolari dei progetti di mettere in strada persone e famiglie di cui si dovranno far carico loro, con risorse e strutture già sature dal disagio sociale delle città. Inoltre, è un intervento che non tiene conto della recente sentenza della Cassazione (n.29460 del 13 novembre 2019) che ha definitivamente certificato la non retroattività della legge, che quindi non può applicarsi ai progetti d’accoglienza avviati prima dell’ottobre 2018. Auspichiamo un intervento urgente del governo per scongiurare una crisi che metterebbe in grave difficoltà le persone e gli enti locali, titolari dei progetti e non solo, oltre alle organizzazioni che li gestiscono per conto dei comuni. È evidente – conclude - che per quanto riguarda l’Arci non intendiamo procedere nella direzione indicata dalla circolare e chiederemo ai comuni di presentare ricorso”.