Ivana VERONESE: comunicato Stampa del 22/01/2020
Analisi decreto flussi 2019
Analisi decreto flussi 2019
22/01/2020  | Immigrazione.  

 

Il 12 marzo dello scorso anno, con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, è stato emanato l’annuale decreto flussi per l’ingresso (e conversioni) relativi a 30.850 stranieri per motivi di lavoro subordinato (stagionale e non) e lavoro autonomo. Di seguito una valutazione ex-post sull’uso ed efficacia di questo strumento, ed il dibattito seguito nell’incontro del 21 gennaio 2020 tra rappresentanti del governo e parti sociali.

 

(redazionale) – 22 gennaio 2020 – Si è tenuta nella giornata di ieri, presso il Ministero del Lavoro – Direzione generale per l’Immigrazione, la riunione di valutazione del decreto flussi 2019 per l’ingresso di stranieri in Italia per motivi di lavoro. Il confronto ha visto la presenza di funzionari di tre ministeri (Lavoro, Interno ed Agricoltura), nonché di rappresentanti di parte sindacale e datoriale. Per la UIL erano presenti Giuseppe Casucci e Francesca Cantini del Dipartimento Politiche Migratorie, assieme a rappresentanti dei dipartimenti immigrazione di Cgil e Cisl. Per parte datoriale sono intervenuti rappresentanti delle maggiori associazioni imprenditoriali interessate. La riunione era presieduta da Tatiana Esposito, direttore generale per l’Immigrazione del Ministero del Lavoro.

 

Premessa

 

Come ormai succede ogni anno dal 2011, anche nel 2019 il decreto relativo ai flussi per motivi di lavoro si è limitato ad una quota ristretta pari a 30.850 quote, tra ingressi per motivi di lavoro stagionale e conversioni dei permessi. In fase di consultazione tra Ministero del Lavoro e parti sociali, lo scorso anno, era stata ribadita la necessità di aprire maggiormente i canali legali d’ingresso regolare per lavoro subordinato. Questo, da una parte per combattere il traffico delle persone e dall’altra per contrastare la piaga del lavoro nero, spesso gravemente sfruttato. Da parte del Governo, comunque, questa necessità non è stata fatta propria per l’assenza (formalmente) del piano di programmazione triennale (previsto dal Testo Unico sull’immigrazione), ma in pratica per l’assenza di una volontà politica di apertura all’ingresso regolare di flussi migratori per lavoro.  Nel corso dell’ultimo decennio si sono susseguiti decreti flussi annuali limitati a lavoro stagionale e conversione dei permessi di soggiorno; strumenti, tra l’altro, solo parzialmente utilizzati a causa, sia della scarsa conoscenza dei provvedimenti, sia della lentezza delle procedure che rendono poco compatibili i tempi certi in agricoltura con quelli incerti della burocrazia. 

 

L’analisi del decreto flussi 2019, comunque, presenta alcune novità: le quote di conversione dei permessi (10.370) sono state utilizzate al 47,4% (molto di più che negli anni precedenti). Per quanto riguarda le 18 mila quote assegnate per nuovi ingressi di lavoratori stranieri stagionali, le domande presentate agli sportelli unici (47.522) erano ampiamente superiori alle quote previste (quasi la metà da cittadini di nazionalità indiana). Quote utilizzate pari al 68%, che hanno portato però solo alla sottoscrizione di un limitato numero di contratti di lavoro (5.931). Va anche segnalato come oltre la metà delle conversioni riguardino il passaggio da lavoro stagionale a subordinato. In pratica è forte la richiesta di permessi per lavoro subordinato. E questo anche a causa dell’assenza di un decreto flussi più ampio; carenza che si trascina ormai da quasi un decennio.  Nel suo intervento introduttivo la direttrice Esposito ha proposto di ricavare (nell’ambito del decreto flussi 2020) una quota di 5-6000 ingressi per lavoro subordinato non stagionale. Proposta - certamente parziale, rispetto alle esigenze espresse da tutti – ma comunque un segnale nella giusta direzione. Da parte imprenditoriale sono venuti due ordini di richieste: il primo suggerimento (Coldiretti) è che le quote di lavoro stagionale vengano gestite dalle associazioni più rappresentative; questo per evitare il “mercimonio delle quote” gestito da privati, cui spesso non corrisponde lavoro effettivo; la seconda richiesta (Confindustria)  è che le quote vengano assegnate sulla base delle esigenze effettive del mercato del lavoro (ad esempio il settore autotrasporti necessita di migliaia di posti di lavoro e formazione al fine di ottenere un titolo specifico di guida oltre la patente: CQC). Nel suo intervento il rappresentante UIL ha ribadito la necessità che la parte politica faccia i conti con la realtà ed apra i canali d’ingresso regolari per motivi di lavoro: questo significa attuare il Testo Unico sull’immigrazione e procedere alla realizzazione del piano di programmazione triennale degli ingressi. La UIL si è detta favorevole alla gestione di quote d’ingresso affidata alle associazioni imprenditoriali più rappresentative, al fine di combattere l’immorale mercato dei permessi che promette ingressi e lavoro (spesso inesistente) in cambio di pagamenti esosi da parte dei migranti. La programmazione triennale, ha detto il rappresentante UIL, permetterebbe di gestire gli ingressi in Italia sulla base delle esigenze produttive reali del nostro Paese. E’ un messaggio importante da trasmettere in sede politica, assieme alla testimonianza di quanta irregolarità e discriminazione abbiano prodotto i decreti sicurezza. L’oratore si è anche rivolto ai rappresentanti del Ministero dell’Interno chiedendo una maggiore apertura ed interlocuzione con i sindacati, al fine di affrontare e risolvere i moltissimi problemi burocratici che spesso affliggono molti migranti e le loro famiglie. In risposta a quanto affermato dalla UIL, le rappresentanti del Viminale hanno dichiarato che il Dipartimento Libertà Civili ed Immigrazione è sempre pronto a rispondere ai quesiti posti per risolvere i problemi relativi alle pratiche. Hanno fatto anche riferimento alla difficoltà che incontreranno nei prossimi mesi per l’utilizzo di nuovi software informatici, e la necessità di far funzionare protocolli in vigore con i patronati.    

 

In conclusione, il Ministero del Lavoro ha rilevato la disponibilità di tutti i presenti ad una diversa e più razionale gestione di quote e permessi, nell’ambito del decreto flussi 2020, purtroppo già in ritardo. La direttrice Esposito ha concluso sottolineando la disponibilità ad operare di concerto con gli altri ministeri e ad una franca collaborazione con le parti sociali.