: comunicato Stampa del 03/04/2020
Coronavirus in ottica di genere
Coronavirus in ottica di genere
03/04/2020  | PariOpportunità.  

 

Le misure di contenimento del Covid-19 si stanno prolungando.

 

Mentre cominciamo ad interrogarci su quale e come sarà il "dopo", che comunque arriverà, possiamo trarre alcune riflessioni su quanto già accaduto, ormai con dati di fatto, e cioè:

 

- il lavoro può essere effettuato in smart working in maniera superiore a quanto teoricamente prevedibile;

 

- tutti i lavori che impattano con il sistema sanitario, sociale e di pulizia sono prevalentemente svolti da donne, e devono essere fatti in garanzia di sicurezza sul lavoro; i questi settori il divario retributivo medio di genere può essere aggravato in tempi di crisi. Inoltre, le esigenze specifiche delle donne (ad es. il periodo mestruale) complica la loro presenza sul lavoro anche in presenza di misure di protezione individuale adeguate (vedi lo studio di UnWomen qui)

 

- il lavoro di assistenza non retribuito incide pesantemente su donne e ragazze, e poichè svolto - quando retribuito – in misura consistente al nero e da donne immigrate, le esclude dalle misure di sostegno previste per chi ha perso il lavoro;

 

- c'è un divario di conoscenze, che va assolutamente colmato, tra chi può e chi non può lavorare o studiare, per assenza di strumentazione adeguata. Ciò colpisce molte più famiglie e persone del previsto, che hanno fatto salti mortali per organizzarsi e produrre - come nel caso degli insegnanti - lezioni online o cercare di non far perdere ai figli in età scolare le lezioni mentre i genitori si organizzavano per lo smart-working;

 

- ciò che si banalizza prima presenta il conto più alto dopo;

 

- esistono eccellenze ed errori in tutto il territorio nazionale, senza distinzioni tra nord e sud;

 

- nelle emergenze il nostro Paese dà il meglio di sè... qualche volta anche il peggio...

 

- in questo periodo di maggior presenza in casa di tutti i componenti del nucleo familiare, è aumentata tanto la condivisione dei compiti familiari, tanto – purtroppo – la possibilità di aggravamento della violenza domestica.

 

Ma tra i tanti, un dato merita particolare attenzione perché fortemente indicativo: al 2 aprile il 60% delle domande pervenute nel Lazio per la cassa integrazione è di donne.

 

Il sindacato fin dal primo momento ha operato senza sosta, concordando con il governo azioni per sostenere nell'immediato aziende e persone e favorire una rapida ripresa. E’ stato previsto un robusto sistema di misure economiche ordinarie e straordinarie, con strumenti adottati per la prima volta come il contributo di 600€ per le partite IVA, la possibilità di avere il buono spesa... ma resta ancora il problema di come sostenere  le tante persone già in difficoltà prima della pandemia perché disoccupate, o che rischiano di non essere “individuate” dalle misure già adottate – come le tante donne occupate in nero in compiti di assistenza e cura, ad esempio.

 

Ciò che sta emergendo, è che il "dopo il coronavirus" rischia di consegnarci un paese in cui le donne saranno ancora più in difficoltà.

 

Purtroppo in un contesto epidemico non si è tenuto conto delle differenze di genere, sotto diversi aspetti.

 

Ad esempio, "riconoscere in che misura i focolai di malattie colpiscono le donne e gli uomini in modo diverso è un passo fondamentale per comprendere gli effetti primari e secondari di un'emergenza sanitaria su diversi individui e comunità e per creare politiche ed interventi efficaci ed equi" , come si afferma in un bell'articolo che trovate in inglese qui e che vi allego tradotto per una più facile lettura.

 

Inoltre, si sta ragionando anche sul "dopo" senza tenere conto, ancora una volta, dell'impatto di genere.

 

Le donne hanno sempre maggiori difficoltà ad accedere al credito - soprattutto se impegnate in piccole o piccolissime imprese - in quanto l'algoritmo bancario considera le aziende di donne "meno affidabili". Ciò non cambierà se lì dove si costruiscono gli algoritmi, lì dove si prendono decisioni non verranno inserite donne.

 

Nelle task force che si stanno costituendo per predisporre piani di riavvio dell’economia le donne raggiungono a mala pena il 20% dei componenti.

 

L'ottica di genere sarà sottorappresentata, con ciò che ne consegue in materia di scelte e/o di allocazione delle risorse e/o di misure di sostegno.

 

Come esempio significativo, emerso partecipando ad una delle tante iniziative free tenutesi on-line in questi giorni, è stato quello di una start-up londinese che produceva pappe bio per bambini: se chi decide l'affidabilità di una impresa da finanziare non conosce il mercato delle pappe, lo riterrà un investimento inaffidabile, e non finanzierà l'azienda. Il caso, realmente accaduto, è stato riferito mentre si parlava di uno studio italo-britannico, che le più coraggiose potranno trovare, in inglese, qui

 

Dalla crisi però possono derivare nuove e migliori impostazioni nelle politiche: come donne, professioniste, sindacaliste, dobbiamo insistere per essere coinvolte nelle scelte decisionali a monte, dobbiamo essere presenti nei momenti in cui si indirizzerà lo sviluppo nel prossimo periodo.

 

Forza e coraggio, quindi: anche in smart working o in videoconferenza possiamo portare il nostro contributo, e non lo faremo mancare. Dobbiamo esserci, e ci saremo. Nel frattempo, STAY SAFE!!