: comunicato Stampa del 27/05/2020
Rapporto 2019 CONSOB - la maggior presenza delle donne nei luoghi decisionali continua a produrre buoni effetti
Rapporto 2019 CONSOB - la maggior presenza delle donne nei luoghi decisionali continua a produrre buoni effetti
27/05/2020  | PariOpportunità.  

 

 

La CONSOB (Commissione nazionale per le società e la Borsa)ha pubblicato lo scorso marzo l’ultimo rapporto annuale 2019 sulla “corporate governance”; finora però ha avuto poco riscontro a causa del periodo di isolamento per coronavirus. Il rapporto è importante, in ottica di genere, in quanto registra ed evidenzia gli effetti della legge 120/2011 per la paritàdi accesso agli organi di amministrazione e di controllo delle societàquotate, legge cosiddetta “Golfo Mosca”e nota come la “legge sulle quote rosa nei Board”.

 

I risultati descritti nel rapporto rendono evidente l’importanza di continuare a perseguire con forza e determinazione la presenza paritaria di donne e uomini nei luoghi dove si forma la decisione, definiti da molti “i veri centri di potere”. Non sarebbe una novità, visto che già in anni precedenti

(https://d.repubblica.it/life/2018/09/21/news/le_donne_fanno_bene_ai_bilanci_delle_aziende_piu_donne_nel_cda_comportano_piu_redditivita_-4119108/ ) era stato evidenziato che “quando le donne sono presenti in misura rilevante incidono positivamente sulla redditività dell’azienda. Nello specifico, quando la percentuale di donne supera un determinato threshold (soglia, n.d.r.), che varia tra il 17% e il 20% del board, le stime evidenziano un effetto positivo e significativo su tutte le misure di performance utilizzate”, come si legge nel documento”.

Tuttavia è importante avere conferma che il trend positivo permane nel tempo.

 

Di seguito sono alcuni passaggi del rapporto, che non necessitano di ulteriori commenti:

Paragrafo “Board Diversity” -  pag. 4:

Al termine dell’ultima stagione assembleare (giugno 2019), la presenza femminile negli organi sociali delle imprese quotate italiane ha registrato nuovi massimi, superando rispettivamente il 36% e il 39% degli incarichi di amministrazione e di controllo. Tale dinamica è riferibile in larga misura alla Legge 120/2011 che, come noto, ha imposto un criterio di genere per la composizione degli organi sociali per i tre rinnovi successivi all’agosto 2012 (riservando un quinto dei posti al genere meno rappresentato per il primo rinnovo e un terzo dei posti per il secondo e il terzo rinnovo).

 

A pag. 5 si legge:

“Le donne ricoprono la carica di amministratore delegato in 15 società, rappresentanti il 2,5% del mercato in termini di capitalizzazione, mentre presiedono il board in 25 emittenti, rappresentanti circa un terzo della capitalizzazione di mercato.

Oltre il 72% delle donne sono amministratori indipendenti, percentuale in continua crescita dal 2013. Il numero di donne nominate dalle minoranze attraverso il sistema del voto di lista ha raggiunto nel 2019 il valore massimo di 68 amministratrici, presenti nel board di 56 società di grande dimensione (quasi tre quarti della capitalizzazione complessiva del mercato). In linea con l’anno precedente, nel 2019 il 34% delle amministratrici è titolare di incarichi nel board di altre società quotate; il dato mostra per la prima volta un arresto dell’aumento dell’interlocking femminile registrato dal 2013 (quando le donne interlockers, [NdR: ossia di figure che detengono incarichi in più società]erano circa il 19% del totale).

 

Sempre a pag 5 così si prosegue:

A seguito dell’entrata in vigore della Legge 120/2011 si sono modificate anche altre caratteristiche dei board, quali ad esempio il livello medio di istruzione e la diversificazione dei profili professionali degli amministratori, entrambi aumentati, e la presenza di membri legati all’azionista di controllo da rapporti di parentela (cosiddetti family), diminuita costantemente negli anni». 

 

Potrete consultare molte altre tabelle con diversificazione di genere nel rapporto, consultabile sul sito della Consob qui: www.consob.it/web/area-pubblica/rcg2019.