Ivana VERONESE: comunicato Stampa del 15/07/2020
Regolarizzazione 2020
Regolarizzazione 2020
15/07/2020  | Immigrazione.  

 

(redazionale) Roma, 15 luglio 2020 - Si è tenuto lo scorso 9 luglio un incontro virtuale organizzato dal Dipartimento delle Libertà civili ed immigrazione, in collegamento con parti sociali, patronati ed associazioni della società civile. L’incontro, promosso per fare un bilancio sulla procedura di emersione dal lavoro irregolare (art. 103 del DL Rilancio) è stato coordinato dal Prefetto Michele Di Bari, capo del Dipartimento al Viminale, con la presenza del Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova ed il Viceministro dell’Interno Matteo Mauri. Presente anche la dott.ssa Tatiana Esposito, Direttore per l’Immigrazione del Ministero del lavoro. Per parte sindacale erano presenti, per la UIL Giuseppe Casucci.  e per la Cgil Kurosh Danesh. Il CEPA (patronati) era rappresentato da dirigenti di Inas, Inca e Acli, nonché l’Ital nella persona di Piero Bombardieri. Durante il dibattito è intervenuto per il CEPA Claudio Piccinini.  Il Capo di Libertà Civili ed Immigrazione, il prefetto Di Bari, ha fatto un bilancio delle domande presentate alla data dell’8 luglio scorso: 93.381 domande, di cui 81.684 per lavoro domestico e 11.697 per lavoro subordinato.

 

Altre 21 mila domande, ha precisato Di Bari, sono ancora in bozza e debbono essere aggiunte alle altre, portando il totale provvisorio vicino alle 115 mila unità. La valutazione è dunque positiva, da parte del Viminale, con probabili altri consistenti incrementi fino alla scadenza della procedura, attualmente programmata per il 15 agosto 2020. Il Prefetto ha riconosciuto il limite di partecipazione da parte dei lavoratori subordinati, soprattutto nel settore agro alimentare, attribuendo questa lacuna al fatto che non sia stato ancora pubblicato il decreto che dovrà stabilire il contributo forfettario (a titolo retributivo, contributivo e fiscale) dovuto dal datore di lavoro che voglia far emergere un lavoro irregolare. Dispositivo, va detto, fortemente in ritardo, che secondo l’oratore “dovrebbe arrivare a breve”.

 

E’ stato anche precisato come sia alla firma anche il decreto flussi per lavoro stagionale del 2020 (anch’esso notevolmente in ritardo). Dopo l’introduzione alla riunione, ha portato il suo contributo di valutazione politica il Ministro Bellanova che ha definito “un successo in crescita” la procedura di emersione in atto, frutto di una forte collaborazione tra il suo Ministero e quello della Ministra Lamorgese. In relazione alla preponderanza di domande sul settore domestico, la Ministra ha rilevato come sia “più facile fare emergere il lavoro con le famiglie”, mentre nel settore agroalimentare pesa molto “il ricatto dei caporali”. Bellanova ha esortato tutti “ad uno sforzo ulteriore per fare uscire migliaia di esseri umani dalla invisibilità e dallo sfruttamento”.

 

Anche per il viceministro Matteo Mauri il segnale che viene dalla regolarizzazione è molto positivo: “malgrado la procedura non sia stata molto pubblicizzata – ha osservato – i dati confermano come si tratti di un successo”. Il viceministro si è però detto convinto della necessità di approfondire le ragioni dello squilibrio a favore del lavoro domestico: anche vista la supposta forte carenza di manodopera denunciata da molti nel settore agricolo. Durante il dibattito è intervenuto il rappresentante della UIL, confermando il giudizio positivo della sua Organizzazione alla procedura ed alla volontà dell’Esecutivo di far emergere una quota di lavoro sommerso. Giudizio positivo anche sui risultati quantitativi, con alcune perplessità sul piano qualitativo: Casucci si è detto convinto che i limiti posti alla procedura siano alla base del riversamento del 90% delle domande sul lavoro domestico: “abbiamo già visto questo movie nel 2012 – ha detto il rappresentante UIL – quando tutti si erano improvvisati colf e badanti.

 

Il fatto che le domande in questo settore vedano la preponderanza di nordafricani la dice lunga sulla scelta da parte di etnie che non hanno quasi mai lavorato nel domestico e che oggi lo fanno solo per essere sicuri di ottenere un permesso. “il problema vero è verificare se stiamo facendo davvero incontrare domanda ed offerta di lavoro o non rischiamo di aprire il fianco alla speculazione sui permessi da parte di finti datori di lavoro e tutto a danno degli immigrati. Si è detto, dunque, convinto della necessità di un controllo sulla qualità dei contratti di lavoro da far emergere, anche per evitare le truffe ai danni delle vittime straniere. 

 

La UIL ha segnalato anche il problema di molti lavoratori stranieri che si sono trovati all’estero allo scoppiare della pandemia e che non riescono a rientrare malgrado il prolungamento della durata dei permessi (anche scaduti) da parte del Governo italiano al 15 agosto. In effetti- ha rilevato – chi fa scalo in un Paese europeo, si trova davanti alla richiesta delle autorità di quel paese di un visto di reingresso. Una situazione davvero incresciosa che rischia di far perdere il posto di lavoro a molti immigrati e sulla quale la UIL ha chiesto (assieme a Cgil e Cisl) un intervento tempestivo del Ministero degli Esteri.