Ivana VERONESE: comunicato Stampa del 04/09/2020
Diversity management in Italy
Diversity management in Italy
04/09/2020  | Immigrazione.  

 

Nell’ambito della gestione delle diversità negli Stati Membri UE:parere esplorativo su richiesta della Presidenza Tedesca: Opinion di Adam Rogalewski

 

(Luglio 2020) Storicamente un Paese ad alta emigrazione, l'Italia ha ora la terza più alta popolazione di migranti in Europa. Nel 2019 erano residenti 5,3 milioni di stranieri regolari nel Paese. Il numero di stranieri regolari in Italia equivale oggi al numero di emigranti italiani iscritti all'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero, che a inizio 2019 ha anch’esso segnalato quota 5,3 milioni. La maggior parte dei migranti in Italia (3,7 milioni), proviene da paesi extra UE e le comunità più grandi provengono da Marocco, Albania, Cina e Ucraina.

 

 Inoltre, l'Italia ha una grande popolazione di migranti privi di documenti, con stime che vanno da 500.000 a 700.000 nel 2017. [1] Nel 2019, l'Italia ha accolto 10.711 domande di status di rifugiato, ma ha respinto l'81% di tutte le richieste. [2]

 

I lavoratori migranti rappresentavano il 10,6% della forza lavoro in Italia l’anno scorso, di cui il 7,4% di cittadinanza extracomunitaria. Esiste una significativa eterogeneità tra la forza lavoro migrante, che si riflette nei modelli occupazionali di "specializzazione etnica" di genere. Ad esempio, i migranti ucraini sono per il 78,5% donne, mentre i senegalesi sono per il 73,6% maschi. Ancora: il 40,5% dei senegalesi lavora nelle industrie manifatturiere, il 60,8% degli ucraini lavora nei servizi, in particolare nell'assistenza domestica e personale. Altre comunità etniche sono ugualmente concentrate in vari settori, ad esempio, il 27,4% degli albanesi lavora nell'edilizia, il 36,9% dei cinesi nel commercio e il 36,5% degli indiani lavora inagricoltura [3]

 

Secondo Unione Italiana del Lavoro (UIL), c'è una bassa mobilità sociale tra la forza lavoro migrante all'interno del "mercato del lavoro estremamente rigido e segmentato". I lavoratori migranti incontrano forti difficoltà ad ottenere il riconoscimento delle loro qualifiche e sono forzati verso le occupazioni più precarie, pesanti, pericolose, mal pagate e socialmente stigmatizzate. Il settore che è di gran lunga più dipendente dai lavoratori stranieri, ed in cui predomina la forza lavoro femminile, è quello dei servizi di cura domestica ed alla persona, dove la quota “rosa” è del 68,9%. Settore che assorbe anche il 42% di tutti i lavoratori stranieri in Italia, ed è caratterizzato da un ampio mercato 'nero' o 'grigio' (dove viene dichiarata solo una parte delle ore effettivamente lavorate), che priva i lavoratori stranieri di una serie di tutele (previdenziali, infortuni, ecc.), nonchè garanzie (relative a retribuzione, tempi di riposo, mansioni, ecc.). La pandemia COVID-19 ha esacerbato le disuguaglianze esistenti Ciò è dovuto sia alla concentrazione dei migranti in forme di lavoro precarie sia alla loro scarsa mancanza di accesso agli ammortizzatori sociali relativi agli italiani. Inoltre, la chiusura delle frontiere a causa della pandemia ha impedito a molti che in quel momento si trovavano all'estero di tornare in Italia e a coloro che sono diventati disoccupati in Italia di tornare a casa, il che ha peggiorato la povertà e la discriminazione. [4]

 

 In risposta alla crisi pandemica ed economica, il Governo italiano ha di recente attuato una forma parziale di regolarizzazione degli stranieri dal lavoro irregolare e dallo status irregolare (art.103, Decreto-Legge 19 maggio 2020 n.34). [5] La legge, tuttavia, esclude circa 700.000 migranti privi di documenti in Italia, ed è stata criticata da attivisti contro il razzismo per non aver cambiato la struttura giuridica nazionale del razzismo istituzionalizzato. [6]

 

 La Carta italiana per le pari opportunità e l'uguaglianza sul lavoro [7] è stata lanciata nel 2009 dalla Fondazione Sodalitas, con il sostegno del Ministro del Lavoro e del Ministro delle Pari Opportunità. È stata firmata da 500 imprese private e 200 autorità pubbliche e ONG. La Carta copre tutti i campi della discriminazione, ma con un'attenzione particolare all'uguaglianza di genere sul lavoro [8]

 

 “Work4Integration - Europe project” è un progetto multinazionale finanziato attraverso il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (AMIF), incentrato sul coinvolgimento di cittadini di paesi terzi e datori di lavoro. È stato lanciato nel 2019, coinvolgendo attori pubblici, privati, profit e non profit in Italia, Svezia e Belgio. Il programma mira ad aumentare l'inclusione dei migranti sul posto di lavoro e a migliorare le loro condizioni di lavoro fornendo supporto personalizzato, formazione professionale, consulenza, ricerca di lavoro e corrispondenza diretta tra datori di lavoro e persone in cerca di lavoro [9].  In Italia, una parte del programma è rivolta alle aziende, con l'obiettivo di aumentare la consapevolezza dei benefici economici e sociali dell'inclusione, mobilitare i datori di lavoro per diventare attivi e cambiare gli atteggiamenti negativi nei confronti dei migranti. Il programma riconosce i modelli migratori e le situazioni occupazionali molto diversi nei tre paesi e un obiettivo chiave è quello di facilitare uno scambio di metodi e pratiche al fine di sviluppare un modello di azione unificato [10].

 

APPENDIX TO THE OPINION SOC/642 

 

[1] https://www.pewresearch.org/global/fact-sheet/unauthorized-immigrants-in-italy/

[2] https://www.asylumineurope.org/sites/default/files/report-download/aida_it_2019update.pdf

[3] http://www.integrazionemigranti.gov.it/Areetematiche/PaesiComunitari-e-associazioniMigranti/Documents/Rapporti%20Comunit%C3%A0%202019/nota%20stampa_RC%202019.pdf

[4] Correspondence received from UIL 

[5] https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/05/19/20G00052/sg

[6] https://www.enar-eu.org/CoronaDiaries-live-blog-Voices-from-the-ENAR-network

[7] https://www.sodalitas.it/fare/lavoro-e-inclusione/carta-per-le-pari-opportunita-e-luguaglianza-sul-lavoro

[8] Correspondence received from Fondazione Sodalitas

[9]https://program4integration.org/en/work4integration/

[10]Correspondence received from Fondazione Sodalitas