: comunicato Stampa del 12/04/2021
La legge 194 di nuovo sotto attacco
La legge 194 di nuovo sotto attacco
12/04/2021  | PariOpportunità.  

 

Il CpO della UIL sostiene le manifestazioni indette dalle donne in tanti territori a difesa della legge 194 e dell'autodeterminazione delle donne anche rispetto alla possibilità di utilizzo delle procedure meno invasive.

 

Gli attacchi al mondo femminile ed alle sue conquiste non si fermano.

 

Dopo le varie iniziative avviate in diverse regioni come l'Umbria, l'Abruzzo, il Friuli, il Veneto, ora con il Piemonte è allarme rosso: a Torino si sta provando ad usare i consultori pubblici allo scopo di dissuadere le donne dalla decisione di interrompere la gravidanza.

 

I consultori hanno il compito di supportare la donna nella loro decisione, non contrastarla.

 

L'ipotesi di inserire volontari delle associazioni cosiddette "per la vita" o "per la famiglia" con il solo intento di far recedere le donne dalla decisione di abortire è contraria ai principi istitutivi dei consultori, e sarebbe - questa sì - una determina inaccettabile.

 

Aiutare le donne nell'accesso alle procedure meno invasive per l'interruzione è anch'essa una indicazione data ai consultori.

 

Per questo riteniamo inaccettabile anche la scelta della Giunta della Regione Marche di non attenersi alle linee guida del Ministero della Salute non garantendo la somministrazione della pillola abortiva Ru486 nei consultori.

 

Se una donna, molto spesso una giovane, chiede assistenza per una situazione difficile e dolorosa, non può trovarsi le istituzioni nemiche. Non può esserci pressione per forzare la sua decisione. Se possibile, devono essere forniti contributi per superare le cause, che però spesso sono disoccupazione e povertà, abusi e violenze, impossibilità di farsi carico di una nuova vita. Ma in nessun caso può essere lecito forzare o costringere.

 

I diritti delle donne sono diritti umani; la 194 è il risultato di decenni di lotte femminili per uscire dalle case delle "mammane" e dai tavoli di cucina dove si interveniva con strumenti inadatti e non sterili. E 'una legge che ha salvato e salverà tante donne dalla morte conseguente ad una interruzione comunque effettuata, ma in maniera non idonea.

 

Non vogliamo che il nostro paese arretri sui diritti così faticosamente conquistati.

 

Sosteniamo le donne e ci aspettiamo che chi è stato eletto nelle istituzioni le ritenga tutte preziose e da rispettare nella loro volontà.

 

NO vuol dire NO, sempre!