Non ci sarebbe stata Liberazione senza le Donne.
Coraggiose, rigorose, fantasiose, instancabili, le donne partigiane hanno avuto un ruolo importante nel rifornimento di armi alle brigate clandestine, nell'informazione attraverso il trasporto e la diffusione di comunicati, nella cura dei feriti, nel nascondere, vestire, nutrire ricercati e fuggitivi.
Combattenti e resistenti, ragazzine o madri, armate o di supporto, staffette o comandanti, a piedi o in bicicletta, sono state una forza ed un collegamento imprescindibile, hanno garantito organizzazione e contatti.
Ruolo di cura, anche nella clandestinità, ma non solo: ruoli attivi praticati così coraggiosamente da far preoccupare mariti e fratelli, che si scambiavano lettere su come fermarle o renderle più prudenti e meno "sfrontate".
Le donne sono così, quando si dedicano, dedicano tutte sè stesse. Non tradiscono.
Moltissime sono state seviziate e torturate ed uccise; hanno sacrificato la loro vita per liberare il Paese da un regime crudele, per disegnare un futuro diverso. E migliore, anche per le donne stesse.
Nella resistenza si sono rafforzate tra le donne idee di uguaglianza paritaria, è cresciuta la consapevolezza che uomini e donne avessero uguali diritti, è nata la convinzione che dopo la resistenza non si potesse più tornare indietro ad un sistema a forte tradizione patriarcale e maschilista, che la partecipazione fosse necessaria e "normale" tanto per uomini quanto per donne.
Le donne hanno fatto paura con le loro idee di libertà - e di uguaglianza. Dopo la liberazione, in molti casi le partigiane - perchè tali erano anche se non furono riconosciute perchè non appartenevano a gruppi riconosciuti di partigiani - furono tacciate di dubbia moralità a causa del loro andare per valli e monti.
A liberazione avvenuta, nelle sfilate è stato loro chiesto di stare indietro, anzi - come ha raccontato Lidia Menapace anni dopo, fu loro chiesto di non sfilare proprio.
Il giorno prima con il fucile in pugno, il giorno dopo, per non "urtare le sensibilità", relegate in fondo e, prima, rimesse a stirare i fazzoletti da collo che gli uomini indossarono per la sfilata. Bianchi per i cattolici, rossi per i comunisti, tricolore per azionisti o mazziniani, non importa: a stirare sono state le donne.
Oggi le donne combattono ancora per una vera ed effettiva parità, alle donne più che agli uomini viene ancora chiesto di dimostrare merito e valore quando chiedono parità ed uguaglianza.
Alle donne viene chiesto di più, di lavorare e farsi anche carico degli obblighi di cura ed assistenza se il sistema di welfare non è sufficiente.
Le donne valgono. Hanno uguali diritti e dovrebbero esserci uguali doveri.
La liberazione è stato solo un inizio: nel dopoguerra le battaglie delle donne sono tornate ad essere subordinate - nonostante l'incredibile lavoro delle 21 Madri Costituenti, che ci hanno dato una Costituzione straordinaria. Ma finchè non si raggiungerà davvero una presenza paritaria, senza una narrazione paritaria, la voce e i bisogni delle donne saranno sempre interpretati da altri.
76 anni dopo la liberazione, oggi sono ancora troppe le disuguaglianze che non consentono alle donne di avere le stesse opportunità, la stessa retribuzione, gli stessi dritti, la stessa rappresentanza nei luoghi della decisione che hanno gli uomini.
La guerra è finita, le battaglie ancora no.