Ivana VERONESE: comunicato Stampa del 26/05/2021
Regolarizzazione e decreto flussi 2021: webinar Ministero del lavoro – Uil, Cgil e Cisl
Regolarizzazione e decreto flussi 2021: webinar Ministero del lavoro – Uil, Cgil e Cisl
26/05/2021  | Immigrazione.  

 

(redazionale) Roma, 26 maggio 2021 - Si è svolto lo scorso 25 maggio un webinar tra sindacati e Ministero del Lavoro. Due i temi principali all’ordine del giorno: la procedura di emersione dal lavoro irregolare del 2020 e il decreto flussi 2021. Hanno partecipato all’evento, per il Ministero, la dottoressa Tatiana Esposito, Titolare della DG Immigrazione, l’Avvocata Malaica Cisternino della segreteria tecnica del Ministro Orlando, la dottoressa Stefania Congia dirigente della II divisione della D.G. immigrazione e la funzionaria Isabella Pugliese della stessa Direzione. Per parte sindacale erano presenti Francesca Cantini e Giuseppe Casucci (UIL), insieme a Kurosh Danesh e Selly Kane (CGIL); la CISL era presente con Enrico Di Biasi. 

 

Ha aperto i lavori Francesca Cantini (UIL) ringraziando il Ministro e la DG Immigrazione per l’impegno profuso affinché venisse rivista e corretta, da parte del Viminale, la circolare del 21 aprile. Quel dispositivo  sosteneva che chi aveva presentato la richiesta di emersione nel 2020 - sulla base di un contratto a tempo determinato nel settore agricolo e se il contratto era nel frattempo scaduto (tra l’altro, con un anno di ritardo nelle convocazioni delle prefetture) - era costretto a farsi rinnovare il contratto o cercare un nuovo datore di lavoro: in caso contrario – sosteneva la circolare - non avrebbe avuto diritto nemmeno ad un permesso per attesa occupazione ed era dunque condannato a restare nella irregolarità. La cosa ha dato luogo ad una presa di posizione di Cgil, Cisl e Uil che in un comunicato stampa hanno fatto notare come “sarebbe gravissimo negare il permesso di soggiorno e lasciare nell’irregolarità cittadini stranieri la cui domanda di regolarizzazione, ad un anno dalla presentazione, non è stata esaminata e a cui nel frattempo è scaduto, senza rinnovo, il contratto di lavoro”. Per le OO.SS non è possibile caricare su queste persone i ritardi dovuti alla burocrazia e alla pandemia. 

 

Lo stesso Ministero del Lavoro – a quanto è poi risultato – si è espresso contrariamente al contenuto di quella circolare, anche per il clima di confusione che si stava creando in molte prefetture.  Le varie prese di posizione, infine, hanno portato il Viminale a correggere quel dispositivo, divulgando una nuova circolare lo scorso 11 maggio (la n. 3625), nella quale si dispone che i lavoratori in attesa di regolarizzazione che perdono il lavoro possono essere assunti anche da altri datori di lavoro (nei settori agricolo e domestico) e – nel caso di impossibilità – hanno diritto ad un permesso di soggiorno per attesa occupazione. 

 

Rispetto a questo tema – visti anche i ritardi accumulati nelle convocazioni da parte delle prefetture - i sindacati hanno chiesto al Viminale dati aggiornati per monitorare la situazione delle istanze presentate la scorsa estate e ancora senza risposta.

 

Altro tema è stato il decreto flussi; l’ultimo risale all’ottobre 2020 uscito con molto ritardo. Secondo Casucci (UIL) le correzioni fatte ai decreti sicurezza con il DL 130/2020 permettono ora di formulare una proposta sulle quote di ingresso anche in assenza di un piano di programmazione triennale. “E’ quindi importante – ha ribadito l’oratore - formulare un nuovo decreto flussi in cui le quote d’ingresso vengono determinate sulla base delle effettive esigenze del mercato del lavoro e ragionato assieme a parti sociali ed istituzioni, in modo da attrarre le professionalità di cui il mercato ha bisogno”. Malgrado la crisi prodotta dalla pandemia, ha sostenuto la UIL, dare un segnale di apertura degli ingressi per lavoro, basato su professionalità specifiche è anche un ottimo segnale dell’Italia riapre di riapertura alla migrazione legale per lavoro, dopo un blocco durato oltre dieci anni. 

 

Ha poi preso la parola Enrico Di Biasi della CISL, secondo cui andrebbero ripristinate, nel decreto flussi, le quote dedicate agli accordi con i Paesi di transito e di origine dei migranti; quote interrotte dal 2010 con la sospensione del decreto flussi per lavoratori a tempo indeterminato. L’esponente CISL, inoltre, ha sollevato perplessità sull’entità dei contributi INPS che i datori di lavoro sono tenuti a pagare anche in fase di sospensione delle istanze dovuta alla pandemia. Ancora: ha chiesto il monitoraggio costante del mercato del lavoro e un cronoprogramma dei lavori ministeriali.

 

Kurosh Danesh - CGIL, ha parlato di permesso di soggiorno per protezione speciale reintegrato nel decreto 130 e dell’assegno per il Nucleo Familiare tra la parità di trattamento e l’assegno unico universale. Selly Kane sempre della CGIL, ha espresso soddisfazione per le novità riportate nella nuova circolare del Ministero dell’Interno (la 3625), chiedendo che venga istituito un tavolo interministeriale che si occupi del decreto flussi ovvero dell’unico canale legale di ingresso per lavoro nel nostro Paese.

 

L’Avvocata Malaica Cisternino ha portato i saluti del Ministro Orlando ed ha evidenziato l’attenzione che il suo Dicastero vuole dedicare al rapporto e confronto con i sindacati.

 

La titolare della DG Immigrazione, Tatiana Esposito, ha replicato alle varie domande e riflessioni, riconoscendo i ritardi registrati nella lavorazione delle pratiche di regolarizzazione, ritardi imputabili a diverse ragioni. Ha informato i partecipanti il webinar che, a tutt’oggi, le istanze lavorate sarebbero oltre il 15% del totale e il che personale a termine (650 persone) assunto appositamente per esplicare il lavoro di esame delle domande di emersione sembra essere finalmente essere pienamente funzionale. L’oratrice ha convenuto che la nuova circolare del Viminale ha corretto il tiro della precedente del 21 aprile, prendendo atto della situazione e della necessità di non far ricadere sui richiedenti l’emersione un ritardo dovuto interamente a problemi della pubblica amministrazione, anche a causa della pandemia. Ha aggiunto che le convocazioni presso le presso le prefetture sono ancora lente, ma stanno migliorando. Per quanto riguarda il tema dei contributi da pagare all’INPS da parte dei datori di lavoro, è un tema ancora tutto da verificare.  Esposito ha poi confermato che il D.L. 130/2020 ha modificato il vincolo della programmazione triennale e che oggi il tetto numerico degli ingressi può essere determinato sulla base delle esigenze concrete del mercato del lavoro.  Ma ha anche aggiunto che – a causa della crisi economica prodotta dal Covid-19- ad oggi non si è ancora in grado di dare alcuna rassicurazione su date e numeri del nuovo decreto flussi 2021. Ha assicurato, comunque, che convocherà a breve, forse a giugno, il tavolo di consultazione (istituzioni e parti sociali) dove rappresentare e valutare i fabbisogni del mondo del lavoro.

 

La titolare della DG Immigrazione ha poi toccato il tema degli accordi bilaterali con i paesi di origine e transito dei migranti (“tema oggettivamente difficile: l’accordo con la Tunisia è fermo da anni”) e delle quote riservate alla cooperazione internazionale gestite direttamente dalla Farnesina. In realtà solo la ripresa di un decreto flussi per lavoro a tempo indeterminato, si è detto nella riunione, potrebbe prevedere nuove quote riservate ai Paesi che collaborano contro l’immigrazione irregolare.

 

Rispetto ai permessi di soggiorno per casi speciali (protezione speciale che ha sostituito quella umanitaria), la dott.ssa Esposito ha informato i presenti che da dicembre 2020 si è insediato un gruppo di lavoro istituzionale, formato da diverse amministrazioni dello Stato che si riunisce mensilmente per lavorare ad un documento e ad alcune ipotesi di revisioni normative che mirano a rendere più solida la posizione degli aventi diritto alla protezione, e più in generale anche alle vittime di grave sfruttamento (caporalato).

 

Ha infine sottolineato come l’assegno unico universale sia materia dell’Inps, ricordando per altro che “i decreti attuativi devono essere ancora scritti”. In conclusione, Esposito portato la proposta del Ministro Orlando che chiede ai sindacati ed alle parti datoriali di approvare quest’anno una versione italiana del partenariato Europeo per l’integrazione di migranti e rifugiati (approvato in UE nel 2017, rinnovato e rilanciato nel settembre 2020).