Ci arriviamo in ritardo, rispetto alla maggior parte dei Paesi europei, ma la decisione presa ieri dal Consiglio Federale della Figc è senza dubbio di rilevanza storica: la tutela dei diritti dei lavoratori entra, finalmente, anche nello sport professionale femminile. A partire dal riconoscimento di questo status: professioniste. Va dato merito alla Figc di essere stata la prima federazione nazionale a compiere questo importante passo, che - se per tanti versi è, comprensibilmente, un traguardo - in realtà non può essere visto che come un punto di partenza.
Dal 1 luglio le calciatrici della serie A finalmente vedranno riconosciuti i propri contributi previdenziali, il trattamento di fine carriera e i club dovranno versare l’Irpef. Il salario minimo sarà fissato in 26 mila euro lordi l’anno, proprio come avviene adesso per i calciatori della serie C, anche se molte calciatrici della serie A già guadagnano molto più di così. Questa sarà una delle prossime battaglie: il gap salariale con i colleghi maschi. Continueremo a combattere per un pieno riconoscimento di tutti i diritti al fianco delle calciatrici e di tutte le sportive professioniste perché abbiano gli stessi diritti e gli stessi doveri di tutti gli altri lavoratori. Soprattutto di coloro che svolgono il loro stesso identico lavoro.
Roma, 27 aprile 2022
