Apprendiamo in queste ore che la Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure contro i rischi legati all'amianto sul lavoro e negli edifici, modificando anche la direttiva sull'esposizione all'asbesto sul lavoro.
Ricordiamo che a livello europeo tutte le forme di amianto sono vietate dal 2005 (in Italia dal 1992, con la Legge 257), e anche la Commissione rileva come questo minerale sia ancora fortemente presente negli edifici e rappresenti una minaccia per la salute, in particolare quando si ha rilascio di fibre che possono essere inalate, ad esempio durante le opere di ristrutturazioni. Affrontare finalmente ed in modo concreto i rischi per la salute derivanti dall'esposizione all'amianto è essenziale per proteggere non solo lavoratrici e lavoratori, ma anche i cittadini, garantendo allo stesso tempo un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro. Questi aspetti assumono una rilevanza ancora più importante nel contesto che stiamo vivendo, ossia in questa fase di transizione verde e digitale, ed anche in vista dell'ambizione dell'UE di aumentare notevolmente il tasso di ristrutturazione degli edifici (Renovation Wave for Europe), aumentando però, inevitabilmente, anche i rischi di esposizione alle fibre di asbesto, in particolare per i lavoratori del settore dell'edilizia.
Per queste ragioni non comprendiamo il motivo per cui la Commissione europea ha proposto un limite di sole 0,01 fibre/cm3, ossia un valore 10 volte inferiore rispetto a quanto proposto ad ottobre 2021 dal Parlamento europeo che ha votato a stragrande maggioranza per un nuovo limite di 0,001 fibre / cm3.
Con questa decisione si mettono a rischio migliaia di lavoratori, in particolare quelli del settore edile, perché solo nel nostro Paese si registrano complessivamente oltre 4.400 decessi ogni anno: numeri impietosi, che ci aiutano a comprendere quanto l'asbesto si sia insinuato nella nostra vita non risparmiando nessuno. Purtroppo, questi dati non sono confortanti per il futuro: si assisterà ad un picco di malattie asbesto-correlate, in particolare per i mesoteliomi, tra il 2025 e il 2030, considerando il lungo tempo di latenza. Ed allora è urgente che si definisca al più presto una nuova strategia europea globale e integrata sull'amianto (per la rimozione sicura di tutto asbesto nell'UE) e si imponga almeno quanto proposto ad ottobre 2021 dal Parlamento europeo, meglio una non soglia di esposizione, il che significa che ogni livello di esposizione genera un rischio di sviluppare il cancro, in particolare il mesotelioma.
Roma, 28 settembre 2022