31/10/2022
| Sindacato.
3 è il numero di uomini e donne che ogni giorno muoiono a causa del lavoro. Un dato che, nonostante le oscillazioni tra settori, regioni, uomini e donne, si conferma inesorabile.
È il motivo per cui la nostra Organizzazione rivendica la necessità di introdurre, nel nostro ordinamento, il reato di omicidio sul lavoro, per chiunque, violando le norme sulla salute e sicurezza sul lavoro, causi la morte di una lavoratrice o di un lavoratore.
Sono i dati appena pubblicati dall’INAIL sulle denunce di infortunio e malattia professionale, relativi al periodo gennaio – settembre 2022.
Mese dopo mese si continuano a registrare aumenti nelle denunce di infortunio ai danni dei lavoratori e delle lavoratrici: sono 536.002 le denunce nei primi 9 mesi del 2022, +35% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Preoccupa il dato sempre in costante aumento delle denunce a carico delle lavoratrici: 57% in più, rispetto allo scorso anno, a fronte di un aumento del 22% tra i lavoratori.
Sanità e assistenza sociale, trasporto e magazzinaggio, costruzioni, commercio – che registrano, rispettivamente, 69.874, 45.390, 25.864 e 25.175 denunce di infortunio sul lavoro – sono i settori che confermano la maggior incidenza.
Dati allarmanti che meriterebbero un’analisi approfondita e sui quali occorrerebbe avviare tavoli di confronto con i ministeri competenti e gli Enti interessati, come già richiesto nell’appello che CGIL, CISL e UIL hanno presentato alle forze politiche durante il periodo di campagna elettorale.
Roma, 31 ottobre 2022