L'approvazione da parte del Parlamento Europeo del Fondo Sociale per il Clima è una buona notizia. Ci preoccupa, tuttavia, l'estensione del sistema ETS anche al trasporto su strada e agli edifici.
Chiedevamo da anni un Fondo Sociale per il Clima e abbiamo rinnovato la richiesta al nostro ultimo Congresso di Bologna. Lo sviluppo del Fondo va nella giusta direzione. Tuttavia, le risorse previste, circa 65 miliardi per un settennio, ci appaiono assolutamente insufficienti per affrontare in maniera adeguata le conseguenze sociali della transizione e per tutelare i lavoratori e le persone più vulnerabili.
Ci preoccupa, poi, l'estensione del sistema ETS, le quote inquinanti, al settore del trasporto. In assenza di meccanismi correttivi, infatti, vi è il rischio che siano ancora una volta le persone a pagarne il prezzo attraverso l'aumento del costo dei carburanti. Noi, invece, pensiamo che il sistema debba essere alimentato anche attraverso l'istituzione della tassazione sugli extraprofitti e la tassazione sulle transazioni finanziarie, in grado di generare decine di miliardi di gettito a livello europeo.
Il pacchetto di misure è stato approvato a larga maggioranza dal Parlamento Europeo, ed era stato approvato, in via preliminare, anche dal Consiglio Europeo lo scorso mese di dicembre. Ciò significa che sia il Governo che la grande maggioranza dei partiti lo hanno sostenuto. Ci auguriamo agiscano di conseguenza anche a livello nazionale e che avviino con le parti sociali un confronto serio e strutturato sulle misure necessarie a governare la transizione, a salvare posti di lavoro e a crearne di nuovi.
Roma, 20 aprile 2023