Il gravissimo naufragio accaduto al largo della Grecia lo scorso 14 giugno è, ad oggi, la peggiore tragedia verificatasi nel Mediterraneo. Quelle 750 persone, tra cui moltissimi bambini, si affollavano su una barca che si dirigeva verso l'Europa, alla ricerca di un futuro migliore. La maggior parte di loro giace sul fondo del mare. In occasione della "Giornata Mondiale del Rifugiato", per la Uil appare giusto, ma insufficiente, celebrare l'appuntamento annuale voluto dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare l'opinione pubblica. Bisogna che le autorità europee e nazionali facciano di più per prevenire queste tragedie, dedicandosi al soccorso delle navi in difficoltà, piuttosto che - come fa Frontex - limitarsi alla loro segnalazione. È opportuno, ma del tutto insufficiente, ricordare la ricorrenza di oggi, mentre ancora si cercano i corpi in mare di questa ultima tragedia, senza compiere alcuna azione concreta verso una diversa gestione di quello che oramai è un fenomeno strutturale. Una gestione che dia il giusto valore alla vita umana, che consideri necessario tentare di salvarla a tutti i costi. Prima di ogni riflessione, accordo, intesa, si salvino le persone che stanno morendo annegate, davanti alle coste della nostra Europa. Davanti ai nostri occhi.
Roma, 20 giugno 2023
