Sul regionalismo differenziato il governo gioca a nascondino.
I contorni di questa riforma sono ancora poco definiti e la nostra contrarietà è crescente sia per la ritrosia al confronto da parte del Governo sia per la mancanza di chiarezza, anche in manovra, sulle risorse per il progetto Calderoli che, comunque, respingiamo perché lontano dal dettato costituzionale e dalla legge 42/09 sul federalismo fiscale.
A questo punto, sorge il dubbio che il regionalismo differenziato lo si voglia fare sequestrando i fondi delle politiche di coesione destinati alla crescita del Mezzogiorno.
La manovra economica 2024, in discontinuità con la precedente Legge di bilancio, infatti, non determina le risorse economiche in conto corrente finalizzate a garantire, attraverso l'istituto del fondo di perequazione, l'omogeneità in tutto il Paese dei diritti sociali e di cittadinanza.
Il Mezzogiorno, dunque, continua ad essere il grande assente e il combinato disposto del regionalismo differenziato incostituzionale, del ritardo attuativo del Pnrr su servizi all'infanzia, istruzione, edilizia scolastica, sanità e politiche sociali, e dei tagli che la manovra dispone a carico di Regioni e Comuni rischia di creare un pericoloso corto circuito per il Sud.
Roma, 9 novembre 2023