Dopo il varo del decreto sulla sicurezza da parte del Cdm, confermiamo il giudizio espresso nel corso dell'incontro a Palazzo Chigi. Nonostante alcune nostre proposte siano state accolte, c'è ancora molta strada da fare. Se questo continua a essere il metodo, se continuano a convocarci poco prima del Cdm, se tengono separati i tavoli con i Sindacati e con le imprese, non ci siamo. Si dice che questo tema dovrebbe unire: non capiamo, allora, perché i due incontri si siano svolti separatamente.
Ad alcune nostre domande, non sono state ancora date risposte esaurienti. Soprattutto, quali e quante sono le nuove risorse disponibili per le nuove assunzioni e per attuare ciò che è scritto nel decreto? In realtà, sembrano non esserci risorse aggiuntive.
Sono state annunciate 50 assunzioni nel nucleo ispettivo dei Carabinieri, che oggi ne ha pochissimi per provincia, mentre altri hanno numeri di gran lunga maggiori. Ma davvero si pensa che bastino 50 assunzioni per rafforzare questo nucleo?
Inoltre, vorremmo capire qual è il ruolo che svolgono le ASL e le Regioni. E ancora, quando saranno eliminati tutti i corsi di formazione fantasma che vengono fatti all'interno delle aziende? E poi, verrà meno la distinzione tra cantieri pubblici e cantieri privati? Si porrà, ovunque, un forte limite al subappalto a cascata? Senza dimenticare la questione dell'unificazione delle banche dati: non ne abbiamo avuto più notizia. Al momento attuale, le banche dati non "dialogano" tra loro.
Infine, la patente a punti. È una nostra richiesta, ma così come l'hanno strutturata non funziona. È mai possibile che una vita valga 20 crediti, che si possa operare con 15 e se ne possano recuperare 5 con un corso di formazione? Un criterio inaccettabile. Dovremmo confrontarci sul sistema delle sanzioni. Il ministro Nordio ha detto cosa pensa dell'omicidio sul lavoro: io non sono d'accordo con lui. È stato previsto l'omicidio nautico e non si può parlare di omicidio sul lavoro? Anche sul caporalato, bisognerebbe decidere qualche misura più forte, magari rendendo più efficace ed efficiente l'applicazione dell'art 603-bis riguardante, in particolare, il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Considerata la particolare rilevanza sociale del problema, una strada percorribile sarebbe quella di trasferire la competenza alle Procure distrettuali che hanno strumenti di indagine e risorse più adeguate ad affrontare il problema.
Insomma, non c'è chiarezza sulle coperture finanziarie, c'è troppa timidezza nell'affrontare le questioni aperte, c'è ancora molto da definire e decidere. Con mille morti sul lavoro ogni anno e dopo la tragedia di Firenze, ci sarebbero volute risposte più nette e coraggiose.
Roma, 26 febbraio 2024