"Abbiamo condotto uno studio sulla Tari - ha dichiarato la Segretaria confederale Uil Vera Buonomo - che mette in luce un aumento del carico fiscale sulle famiglie italiane, a seguito di un incremento medio del 9,69% di questa tassa nell'ultimo quinquennio.
Ancora una volta sono le famiglie meno abbienti a sopportare un peso fiscale maggiore.
È evidente - ha sottolineato la Buonomo - che il sistema attuale non solo fallisce nel garantire equità e giustizia sociale, ma acuisce le diseguaglianze, creando disparità tra le diverse aree geografiche del Paese.
Infatti, l'impatto della Tari sul bilancio familiare, nel 2022, è stato dello 0,64% nelle Regioni del Nord Est, ed è salito all'1,34% in quelle del Mezzogiorno.
Un aumento non giustificato soprattutto per la carenza dei servizi resi, che in alcune grandi città risultano spesso inefficienti a causa delle limitate risorse disponibili.
Peraltro, la Tari è destinata ad aumentare in modo maggiormente significativo - ha precisato la Segretaria confederale della Uil - nei Comuni che, nel 2023, non hanno operato una revisione del piano tariffario.
Questi enti, infatti, sconteranno la crescita dell'inflazione e l'aumento del costo dell'energia, a causa dei ritardi nell'approvazione e pubblicazione delle delibere.
I dati dimostrano che nei Comuni virtuosi e dotati delle risorse necessarie per investire nella gestione dei rifiuti si raggiungono migliori risultati in termini di raccolta differenziata, con ricadute positive sull'emissione della Tari per gli utenti.
Alla luce del nostro studio - ha concluso la Segretaria confederale Vera Buonomo - per la Uil risulta fondamentale migliorare i servizi, favorendo un approccio coordinato a livello nazionale in grado di contrastare le disparità territoriali."
Maggio 2024