"Il sistema di sicurezza e assistenza sociale è un diritto fondamentale che garantisce ai cittadini di non essere svantaggiati dal fatto di lavorare o vivere in un altro Stato membro: ancora una volta, nei giorni scorsi, è stata l'Europa a ricordarcelo, con Il deferimento dell'Italia alla Corte di giustizia europea". È quanto ha dichiarato il segretario confederale della Uil, Santo Biondo.
"Già nel 2023, era stata avviata una procedura di infrazione, per non aver garantito il pagamento dell'assegno unico e universale a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori appartenenti ai Paesi Ue. Quel provvedimento, però - ha precisato Biondo - non è stato sufficiente a sollecitare il nostro governo a garantire l'uguaglianza di accesso al welfare a tutti i cittadini comunitari".
"Siamo stati i primi, tramite i nostri territori, a segnalare alla Commissione la grave discriminazione che coinvolge i lavoratori frontalieri, riaffermando che le prestazioni sociali devono garantire parità di trattamento a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori con nucleo familiare residente nei Paesi esteri e a tutte le cittadine e a tutti i cittadini dell'Unione. Il regolamento comunitario sul coordinamento della sicurezza sociale - ha concluso Biondo - vieta qualsiasi requisito di residenza come condizione per ricevere le prestazioni. Sollecitiamo, ancora una volta, il governo ad adeguare la normativa sull'assegno unico universale ai regolamenti e alle direttive comunitarie".
Roma, 26 luglio 2024