“I sacrifici richiesti dalla legge di bilancio 2025 colpiscono solo una parte della popolazione, mentre banche e assicurazioni, invece dell’extratassa sugli extraprofitti, più volte richiesta dalla Uil, dovranno solo anticipare allo Stato contributi che, alla fine, verranno restituiti”.
È quanto ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo.
“Come rivendicato dalla Uil, c’è stata la riconferma strutturale del taglio del cuneo fiscale e dell’Irpef. Tuttavia - ha sottolineato Buonomo - in assenza di ulteriori interventi per recuperare il potere d’acquisto, a gennaio 2025, di fatto, non ci sarà alcun aumento reale nelle buste paga delle lavoratrici e dei lavoratori. La paventata rimodulazione dell’aliquota Irpef al 33% non solo rischia di accentuare la mancanza di progressività del sistema fiscale, ma è legata a entrate incerte derivanti dal concordato biennale preventivo. Non c’è nessuna strategia rispetto alla politica industriale, mentre per quanto riguarda la contrattazione, vengono soltanto riconfermate le misure sui fringe benefit e sui premi di produttività, non essendo stata prevista la detassazione dei rinnovi contrattuali né della contrattazione di secondo livello”.
“I tagli alle agevolazioni fiscali per chi non ha figli sono inaccettabili. Vincolare i benefici fiscali alla presenza di figli - ha proseguito la sindacalista della Uil - esclude una parte significativa della popolazione, che contribuisce in modo sostanziale al sistema senza riceverne adeguati benefici. Questo non è sostenibile in una società equa. Tagliare, poi, i budget dei Ministeri, per un totale stimato di oltre 15 miliardi di euro nel periodo 2023-26, significherà fare tagli a welfare, beni e servizi, acuendo le disuguaglianze e abbandonando a se stessi tutti coloro che non possono permettersi servizi privati”.
“Inoltre - ha sottolineato Buonomo - nonostante le promesse di una riforma del sistema pensionistico per superare la legge Fornero, fatte durante la campagna elettorale, ad oggi non vi è un disegno sulle pensioni che guardi al futuro e ai giovani. Indurre i lavoratori a restare in servizio, blocca il ricambio generazionale, mentre la conferma dei requisiti penalizzanti per le forme di pensionamento anticipato, come Opzione donna, Quota 103 e Ape Sociale, evidenzia la scarsa attenzione verso le categorie più vulnerabili, in contrasto con le dichiarazioni del governo”.
“Qualora fosse confermato questo disegno di bilancio - ha concluso Buonomo - ci aspettiamo un peggioramento delle condizioni sociali ed economiche delle famiglie italiane. È questa, infatti, una manovra poco realistica, finanziata da tagli a un welfare già sottofinanziato, che manca di scelte coraggiose capaci di dare risposte alle reali esigenze del Paese”.
Roma, 16 ottobre 2024