Nella tarda serata di ieri, il Vice Presidente della Commissione europea, Jyrki Katainen, ha incontrato le parti sociali per presentare il Piano di Investimenti messo a punto dall'UE.
"Il Piano - ha dichiarato il Segretario generale della UIL, Carmelo Barbagallo - rappresenta un primo segnale di inversione delle politiche di austerità e rigore di bilancio. Tuttavia, gli aspetti negativi sono prevalenti e andrebbero affrontati e risolti. Innanzitutto, oltre i 2/3 dei 315 miliardi di investimenti previsti in tre anni sono virtuali poiché presuppongono un intervento dei mercati finanziari privati, con un effetto moltiplicatore tutto da verificare. Ad ogni buon conto, come peraltro confermato dallo stesso Katainen, quella cifra sarebbe comunque insufficiente, tanto più a confronto dei 1000 miliardi di dollari l'anno iniettati nella loro economia dagli Stati Uniti.
Uno degli aspetti non chiari, poi, è il ruolo della BEI, chiamata a intervenire finanziariamente per l'attuazione del Piano: se non si prevede una modifica del suo mandato, c'è il rischio concreto che queste risorse siano indirizzate solo verso i Paesi più forti.
Sullo sfondo - ha sottolineato il leader della UIL - restano tre grandi problemi. Innanzitutto, lo scarso utilizzo dei fondi europei da parte del nostro Paese, come avevamo già denunciato nelle scorse settimane e come ha rimarcato, in occasione di questa sua visita in Italia, lo stesso Vice Presidente della Commissione. Inoltre, l’assenza di riferimenti, nelle discussioni in corso nel Consiglio europeo, alla cosiddetta regola aurea e cioè alla possibilità di scorporare tutti gli investimenti da deficit e debito. Infine, l'incertezza sul giudizio che sarà espresso dall'Unione sui conti pubblici italiani e sull'applicazione della flessibilità. A marzo o aprile, dunque, cosa dovremo attenderci dall'Europa rispetto alla politica attuata dal nostro Paese?
È comunque un fatto decisamente importante - ha concluso Barbagallo - che la Commissione europea abbia deciso di svolgere questo incontro. Per fortuna del nostro Premier, ciò è avvenuto al termine del semestre di Presidenza italiano, così non è stata contraddetta la sua scarsa propensione a confrontarsi con le parti sociali a livello nazionale ed europeo. La Commissione si è impegnata a proseguire questo dialogo con noi anche per il futuro: il Presidente del Consiglio se ne faccia una ragione".
Roma, 16 gennaio 2015