4.3.2015 - Maria Pia Mannino, quale Vice presidente del Comitato Nazionale per la Parità tra uomini e donne nel lavoro, rappresenterà il Ministero del Lavoro nella delegazione governativa che seguirà, dall’8 al 15 marzo, le attività della 59.a Conferenza ONU sullo stato delle donne.
L’occupazione femminile rimane una delle tematiche emergenti anche nella sessione di quest’anno e in particolare per l’Italia le politiche di genere si attuano rendendo le donne emancipate sia sul piano economico che politico sociale. C’è molto da fare. Occorre, innanzitutto, favorire la scolarizzazione delle ragazze e combattere, anche in Europa, l’abbandono scolastico. È necessario ripensare ovunque un welfare che non faccia esplicito affidamento sulle donne e sulle famiglie, solitamente quelle di più modeste condizioni o più povere , favorendo il sorgere di servizi per le lavoratrici, indispensabili a programmare un futuro dove la natalità non sia un problema ma una grande opportunità per l’umanità. Occorre riaffermare ovunque l’uguaglianza dei diritti nel rispetto delle diversità; in ambito lavorativo va abbattuta la disparità retributiva e salariale con strumenti e progetti che favoriscano una effettiva uguaglianza tra lavoratori e lavoratrici, facilitando le progressioni di carriera per le donne e, conseguentemente, un miglioramento delle loro condizioni economiche. Siamo del parere che una aumentata ricchezza delle donne non può che giovare all’economia generale del Paese.
Collegare il cursus studiorum alle effettive esigenze del mercato, significa portare alle donne opportunità nuove dove queste possano giocare ruoli che , grazie alla loro diversità, divengono fonte di competitività e di ricchezza del proprio Paese, sia questo uno stato del mondo più “economicamente evoluto” sia esso un paese ancora in forte difficoltà. Inoltre, in un’ottica di salvaguardia dell’ecosistema, così gravemente compromesso, sarebbe il caso di insistere sullo sviluppo della green economy come bacino privilegiato di occupazione femminile . Attraverso il lavoro si realizzano le aspettative di vita degli individui e ci è ben noto quanto la precarietà o la mancanza di un’occupazione stabile possa divenire una delle cause più rilevanti di fenomeni di violenza domestica. Anche questo è un problema che va combattuto con strumenti e progetti concreti di inclusione e di contrasto all’emarginazione, lavorando molto sul cambiamento culturale e la scuola potrebbe giocare un ruolo primario attraverso l’introduzione nei programmi scolastici dell’educazione e della pedagogia di genere.
Il lavoro regolare e regolarizzato è, e rimane, lo strumento più valido per abbattere l’occupazione non tutelata e contrastare la violenza sia sul lavoro sia domestica . Occorre trovare rimedi efficaci contro la schiavitù delle persone, la tratta di donne e bambine costrette alla mercificazione e contro il lavoro forzato e sfruttato, una piaga che colpisce indistintamente tutti i Paesi del mondo.
Ci auguriamo che la Conferenza di New York sappia dare risposte a tutto ciò.